Gioco d’azzardo, da Avvenire un appello in quattro mosse per fermarlo
(Articolo tratto dal sito http://www.helpconsumatori.it/salute/gioco-dazzardo-da-avvenire-un-appello-in-quattro-mosse-per-fermarlo/93378 del 07 aprile 2015)
Va disposto il divieto totale di pubblicità del gioco d’azzardo in qualunque forma e luogo, dalla carta stampata a internet, dalla televisione alla cartellonistica. Comuni e Regioni devono poter avere la possibilità di tutelare la salute dei cittadini introducendo forti argini alla presenza dell’azzardo nei loro territori. La cura dei giocatori patologici spetta allo Stato: basta con la “foglia di fico” del finanziamento alle cure dei giocatori patologici da parte dell’azzardo legale. Infine: serve una moratoria per nuovi giochi d’azzardo, col ripristino del tradizionale obiettivo prioritario dello Stato di contenerne il consumo. Sono queste le quattro mosse, i quattro interventi prioritari che Governo e Parlamento dovrebbero fare propri nella lotta all’azzardo, secondo un appello promosso nei giorni scorsi da Avvenire.
“L’azzardo è un’industria e un business che invece di creare valore lo brucia, lo consuma desertificando legami sociali e dissipando il risparmio. Esso provoca un enorme problema per un numero crescente di italiani tra i quali continua a mietere vittime. Anche quello legale, offerto dallo Stato, va perciò chiamato con il suo nome che non è “gioco” e non è “abilità”. L’azzardo è azzardo, genera crescente povertà, sofferenza”, si legge nell’appello. Come detto, fra gli interventi possibili sono identificati quattro impegni considerati prioritari come punto di partenza dell’azione di Governo e Parlamento.
Il primo riguarda il divieto di pubblicità: “Occorre stabilire un divieto di pubblicità all’azzardo in qualunque forma e luogo (carta stampata, radio, televisione, internet, cartellonistica, sponsorizzazioni su tutti i mezzi pubblici) e il rilancio sulle televisioni pubbliche di notizie legate a “grandi vincite”. Tale divieto deve risultare totale, analogamente a quanto avviene per tabacco e superalcolici. Non ci si può limitare a stabilire “fasce” o “aree” protette perché tutti sono toccati, persone giovani (e anche giovanissime) e anziani più di ogni altro. Non si può neanche parlare di “gioco responsabile” se i cittadini sono continuamente e fortemente sollecitati all’azzardo ogni volta che leggono il giornale, accendono il televisore o navigano su internet. La Repubblica italiana ha il diritto-dovere di introdurre questo divieto e di impegnarsi per estenderlo a tutta la Unione Europea”.
Il secondo punto evidenzia la necessità che gli enti locali possano agire per tutelare i propri cittadini: “Allo Stato spetta certamente il compito di dettare regole e limiti inderogabili all’azzardo. Ma agli enti locali – Comuni e Regioni – deve continuare a essere riconosciuta la possibilità di introdurre ulteriori e più forti argini alla presenza e ai tempi dell’azzardo nei territori di loro competenza per tutelare la salute psichica e fisica dei cittadini e prevenirne impoverimento e sofferenza”.
Un intervento riguarda la cura dei giocatori patologici: “Deve essere stabilito che l’industria dell’azzardo “legale” non può continuare a esibire la foglia di fico del finanziamento delle cure dei giocatori d’azzardo patologici. È lo Stato che deve farsi seriamente e concretamente carico del problema, riconoscendo e rendendo fruibili i LEA con la presa in carico da parte dei servizi pubblici delle persone con GAP tassando secondo giustizia le aziende dell’azzardo. Va altresì rimossa l’incostituzionale esclusione delle famiglie al fondo statale di solidarietà antiusura”.
Il quarto impegno riguarda la necessità di una moratoria sui nuovi giochi d’azzardo: “Bisogna imboccare con decisione la via di una gestione delle attività legate all’azzardo nell’ottica della tutela della salute pubblica, introducendo una moratoria per nuovi giochi d’azzardo e ripristinando il tradizionale obiettivo prioritario dello Stato che era di contenerne il consumo e di ridurre i danni correlati, ponendo in secondo piano l’ottica fiscale orientata alle mere entrate che portano a espandere l’offerta”.
L’appello è fatto proprio e rilanciato dall’Adoc, che di recente ha lanciato la campagna #ZeroSlot, Zero Spot, ZeroJackpot con l’obiettivo di una drastica riduzione delle slot machine presenti sul territorio e del divieto assoluto di spot e pubblicità su giochi e scommesse in televisione. Dice il presidente dell’Adoc Lamberto Santini: “Rilanciamo con vigore l’appello di Avvenire per fermare la piaga del gioco d’azzardo. Come Adoc recentemente abbiamo lanciato la campagna “Zero Slot, Zero Spot, Zero Jackpot”, con cui intendiamo sia sensibilizzare l’opinione pubblica sulle drammatiche conseguenze del gioco d’azzardo patologico sia lanciare una “provocazione” al Governo su quello che andrebbe realmente posto in essere per risolvere il problema. Siamo stanchi di vedere uno Stato “biscazziere”, non è più possibile lucrare sulle spalle dei consumatori. Qualora si mettesse in atto il decreto attuativo della delega fiscale, che nelle sue intenzioni darà un grosso colpo al gioco d’azzardo, tagliando di un terzo il numero delle slot machine presenti sul territorio, portandole da oltre 300mila a 80-100mila, estendendo il divieto di spot anche nella fascia protetta dalle 16 alle 19 e prevedendo criteri molto più stringenti sull’apertura di nuove sale scommesse e sulla distribuzione di slot all’interno di tali strutture, si realizzerebbe il primo passo verso la risoluzione definitiva del problema, verso una definitiva assenza di slot machine e con il divieto di mandare in onda qualsiasi pubblicità su giochi e scommesse in televisione, anche durante le trasmissioni ad ampia diffusione come quelle sportive, vero serbatoio d’influenza per giovanissimi e adolescenti”.