«I giovani e l’alcol, dipendenza sottovalutata»
(Articolo di Mario Modolo tratto dal sito http://messaggeroveneto.gelocal.it/pordenone/cronaca/2015/02/27/news/i-giovani-e-l-alcol-dipendenza-sottovalutata-1.10946032 del 27 febbraio 2015)
Due incontri in città, in regia l’associazione Erika Forever. Pasin: importante parlarne.
SACILE. Abuso dell’alcol tra i giovani: un problema anche in riva al Livenza. Se ne parlerà a marzo in due incontri organizzati a Sacile dall’Associazione Erika forever, dalla Casa del volontariato e dall’Acat del Livenza. L’appuntamento il 18 e 25 marzo, alle 20.30, nella sede della Casa del volontariato in via Ettoreo, con la partecipazione del dottor Paolo Cimarosti, di Sandra Polese, del presidente dell’Acat Fiorenzo Cian, di giovani volontari della Croce rossa. Presente, nella duplice veste di presidente dell’associazione Erika forever e della Casa del volontariato, Mara Pasin.
Perché questi due incontri?
«Devo dire che sono sinceramente preoccupata. I giovani mi stanno particolarmente a cuore. Da otto anni lotto per loro, per avere una casa del volontariato che non rimanga indifferente ai problemi della popolazione e specialmente dei giovani ai quali, ripeto, tengo tantissimo».
Cosa succede?
«Li osservo, e quello che vedo in loro è tanta solitudine, tristezza, una mancanza di stimoli. Spesso tutto questo viene mascherato da un abuso smisurato di alcol. Devo dire che bere tanto è diventato tra i giovani quasi la norma. Eppure l’alcol uccide esattamente come la droga».
Di fronte a questa situazione quale decisione ha maturato?
«Ho deciso che non posso rimanere indifferente al loro bisogno di aiuto. Per questo motivo, in collaborazione con l’Associazione che riunisce i club degli alcolisti in trattamento dell’area liventina, ho pensato di organizzare questi due incontri nella nostra sala riunioni per parlare con i giovani di questo problema»
Cosa si propone con questa iniziativa?
«Vorrei soprattutto capire perché la nostra società non riesce ad aiutare questi ragazzi e li lascia soli in balia di una moda assurda, mascherata sotto un’apparenza di normalità che tale non è».
La realtà in effetti è ben diversa…
«I fatti dicono in maniera evidente che l’alcol è la nuova moda che uccide i giovani d’oggi. A undici anni già si bene: un record, visto che negli altri paesi s’inizia a tredici anni. Bere per bere, a qualunque ora e senza limiti. L’alcol è usato per sballare, e i ragazzini si vantano spesso di sbornie incredibili. Molti di loro, inoltre, sono convinti di gestire il problema e l’idea della dipendenza non li sfiora. Anche perché sono terrorizzati di non far parte del gruppo, e bevono pure senza averne voglia».
Con quali conseguenze? «L’abuso di alcol tra i minori è una piaga sociale. La dipendenza, molto sottovalutata, ha infatti costi sociali enormi».
Cosa fare?
«A mio giudizio sarebbe importante chiedere agli adulti una maggior coerenza rispetto alle leggi, alla pubblicità, agli esempi in generale. Sentiamo e leggiamo tante parole ma non c’è nessun esempio, su larga scala, che tenga i giovani lontani dall’alcol, né ci sono stati sinora programmi di prevenzione. Insomma sembra che ancora non sia chiara l’emergenza che invece gli addetti ai lavori già segnalano da tempo».