Anche il cuore “sballa” con troppo alcol
(Articolo tratto dal sito http://www.healthdesk.it/cronache/anche_il_cuore_sballa_con_troppo_alcol/1424640817 del 22 febbraio 2015)
Ci sono 500 mila ragazzi italiani che, ogni fine settimana, esagerano con l’alcol. Magari non se ne rendono conto, ma il loro fegato e il loro cervello non dimenticano gli “insulti” ricevuti. E nemmeno il loro cuore: sono sufficienti tre bicchieri di superalcolico, cinque drink o una bottiglia di vino per provocare svenimenti, cardiopalmo, aritmie. Se poi ci si aggiunge anche qualche sostanza stupefacente, il rischio che il cuore non sopporti lo stress, fino a morirne, sale di tre volte.
A lanciare l’allarme sono i cardiologi riuniti per il meeting internazionale su fibrillazione atriale e infarto, che si è concluso sabato 21 febbraio a Bologna.
Non si creda che sia difficile raggiungere pericolosi livelli di alcol nell’organismo, anche inconsapevolmente: dosi dannose per il cuore si raggiungono con il corrispettivo di una bottiglia di alcol da 750 millilitri o di 300 millilitri di superalcolici, cioè, appunto, tre bicchieri di whisky o qualche aperitivo. Insomma, magari si comincia con l’happy hour, poi un po’ di vino o birra a cena e in discoteca qualche giro di superalcolici e cocktail. Così il rischio di aritmie cardiache può aumentare fino a otto volte. Provocando non solo danni più o meno permanenti ma anche svenimenti improvvisi, che diventano pericolosissimi se ci si trova a guidare un’automobile. Tanto che secondo i cardiologi molti incidenti del sabato sera sarebbero causati proprio dagli effetti dell’eccesso di alcol sul cuore. La probabilità di danni seri cresce poi esponenzialmente se, come troppo spesso accade, all’alcol si aggiungono sostanze come cocaina, ecstasy o le nuove droghe sintetiche che vanno per la maggiore tra i giovani.
Non solo: quell’abitudine a bere molto tutto insieme, il cosiddetto binge drinking, praticato dai giovanissimi durante il weekend, è anch’essa «molto rischiosa per il cuore» avverte Alessandro Capucci, presidente del congresso bolognese e professore di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università Politecnica delle Marche ad Ancona. Bere grandi quantità di alcol in un tempo ristretto, spiega lo specialista, aumenta la quantità in circolo di catecolamine, sostanze che fanno da “innesco” alle aritmie, la più frequente delle quali è la fibrillazione atriale acuta. «In un cuore debilitato gli “sbalzi” del ritmo possono perfino portare a morte improvvisa – precisa Capucci – ma anche in un giovane sano hanno effetti pericolosi: oltre al cardiopalmo, infatti, le aritmie possono provocare una sincope, ovvero uno svenimento. Una ”assenza” che si può pagare cara, se ad esempio ci si trova alla guida: non ci sono dati certi, ma è molto probabile che una quota considerevole degli incidenti in auto che coinvolgono i ragazzi durante il weekend sia da imputare proprio alle conseguenze cardiache dell’eccesso di alcolici». Inoltre, molte morti improvvise e a prima vista inspiegabili di giovanissimi «possono essere indotte proprio dal mix alcol-sostanze stupefacenti» dice Capucci. I ragazzi fanno uso di droghe stimolanti sul sistema nervoso centrale, dalla cocaina all’ecstasy, fino alle tantissime sostanze utilizzate per confezionare le “pillole dello sballo”: «Tutti questi composti però sono altrettanti stimolanti per il sistema cardiovascolare – avverte – e possono incrementare ad esempio la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Il risultato è un aumento esponenziale del pericolo di aritmie, così intense da rivelarsi fatali». Inoltre, prosegue l’esperto, non bisogna sottovalutare la possibilità che quei giovani ai quali, per loro fortuna, non accade nulla di drammatico, tenderanno a ritenere che tutto sommato l’alcol non sia dannoso; così, da adulti saranno portati a continuare a bere senza porsi troppi limiti. Ma un binge drinking a cinquant’anni può essere parecchio più pericoloso. A distanza di trent’anni è infatti probabile che il cuore non sia più quello di una volta e, insieme con un po’ di ipertensione o livelli troppo alti di colesterolo, la probabilità di andare incontro a una fibrillazione atriale dopo una grossa bevuta è molto più elevata che da giovani. Senza contare che il binge drinking può portare a sviluppare un vero e proprio alcolismo cronico: «In questo caso le conseguenze negative per il cuore sono ancora più gravi – conclude Capucci – perché si altera la funzionalità cardiaca e cresce a dismisura la probabilità di morte improvvisa».