Anche il centro storico ora dice no alle slot
(Articolo di I.N. tratto dal sito http://www.larena.it/stories/2576_centro_storico/1053482_anche_il_centro_storico_ora_dice_no_alle_slot/ del 12 febbraio 2015)
Si chiede la stesura di un regolamento che contrasti il proliferare delle sale da gioco limitando gli orari.
Il fronte comune dei parlamentini della città contro la piaga del gioco d’azzardo si allarga. Dopo terza e quinta, anche la prima circoscrizione ha approvato all’unanimità la mozione presentata dal Movimento Cinque Stelle in cui si chiede di deliberare un apposito regolamento che abbia come obiettivo quello di contrastare il proliferare delle sale gioco. Come? «Consentendo, ad esempio, l’apertura delle stesse solo dalle 12 alle 23, e non oltre». Inoltre, si legge nella mozione sempre più condivisa sul territorio, «di intraprendere una campagna di gratificazione e premio per gli esercenti che decidessero di non impiegare strumenti per il gioco d’azzardo nei loro locali». Premi e sgravi fiscali al fine di sottolineare la scelta etica fatta dagli esercenti virtuosi; dal logo «Locale No Slot» sulle vetrine, a campagne promozionali a finanziamenti agevolati. La battaglia per la prevenzione della ludopatia, questo il nome per la dipendenza da gioco, e a difesa di chi ne soffre e loro famigliari, non si ferma solo alle circoscrizioni ma sta approdando anche in Comune.
Alcuni giorni fa, infatti, la commissione settima, presieduta dal consigliere Fabio Segattini, si è occupata della questione facendo emergere in parte l’entità del fenomeno con alcuni dati allarmanti. Se a livello nazionale si tratta di un giro d’affari da 90 miliardi di euro, nel veronese, si vendono circa 26 milioni di Gratta e Vinci ogni anno.
«Si tratta di una piaga che, pur fruttando soldi allo Stato e appoggiata in passato anche da alcuni parlamentari veronesi, in realtà grava sulla società in termini di costi sociali e sanitari. I ricorsi al medico di base, a interventi specialistici, ricoveri sanitari e cure per la dipendenza si stima siano del 48 per cento più alto rispetto ai non giocatori. Per non parlare poi dei problemi che ricadono sui familiari: violenza, aumento di depressione grave, ansia, deficit di attenzione. Se è vero che è ambizione dell’amministrazione comunale quella di diminuire i problemi dei propri cittadini, questa piaga non può più essere ignorata», spiega Francesco Chiarelli, consigliere del M5s in prima circoscrizione. Su spinta del M5s, il parlamentino del centro è andato oltre la questione mettendo in programma una serie di incontri con gli specialisti del Policlinico sul tema delle dipendenze.