Ludopatia, a Verona venduti 26 milioni di Gratta & Vinci
(Articolo di Elena Cardinali tratto dal sito http://www.larena.it/stories/Home/1041525_ludopatia_a_verona_venduti_26_milioni_di_gratta__vinci/ del 03 febbraio 2015)
Un giro d’affari nazionale da 90 miliardi, lo Stato ne guadagna 8 in tasse ma ne spende altrettanti per curare i giocatori patologici.
Ludopatia, o meglio febbre da gioco, una «malattia» che genera un giro d’affari miliardario, dove ci guadagna anche lo Stato, costretto però poi a spendere molto di più per curare chi con questo male si rovina la vita e la rovina agli altri dopo essere finito nelle grinfie degli usurai. In Italia il business dei giochi, dal Gratta e Vinci alle slot machines ai lotterie telematiche, si aggira sui 90 miliardi di euro (il dato è del 2012), che per le casse dello Stato si traduce in circa otto miliardi di introiti sotto forme di tasse. Solo di «innocenti» Gratta e Vinci si vendono nel Veronese circa 26 milioni l’anno.
Se ne è parlato nell’ambito della commissione settima del Comune, di cui è presidente Fabio Segattini, consigliere comunale del Pd, quella che ha come ruolo il controllo sulle attività che seguono alle delibere. Il tema riguardava la sicurezza, le azioni di contrasto alla dipendenza da gioco, all’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti. In commissione c’era anche Damiano D’Angelo, responsabile dell’Ufficio antiusura, che ha presentato dati impressionanti sulla diffusione del gioco. E non si tratta di gioco d’azzardo clandestino ma di quello legale, che fa capo ai Monopoli di Stato. Quello stesso Stato che da un lato guadagna sul gioco e dall’altro dovrebbe mettere in atto iniziative per scoraggiarne gli eccessi.
«Il Gratta e Vinci è il più subdolo e insidioso dei giochi», ha spiegato D’Angelo, «poichè illude il giocatore di vincere in continuazione. In realtà prende solo quello che spende, se va bene. Certo c’è una probabilità di vincere di più, ma quanto bisogna giocarsi? Basti pensare che i tagliandi vengono distribuiti in lotti da 30 milioni ma solo cinque di essi determinano vincite consistenti. Il resto sono briciole che vengono distribuite tra tutti gli altri. Purtroppo l’illusione della supervincita induce la gente ad acquistare tagliandi a ripetizione, innescando un circolo vizioso».
In città nel 2012 vennero venduti oltre sette milioni di Gratta e Vinci sui quasi 26 totali dell’intera provincia. Le slot machine in città tre anni fa risultavano 1.764 e 318 le Videolotterie telematiche (Vlt). In tutta la provincia le slot censite erano 6.268 e 1.004 le Vlt. Altro dato significativo riguarda l’incremento delle installazioni delle famigerate macchinette: tra 2011 e 2012 le «slot» sono aumentate del 4, 82 per cento e le Vlt del 105,32 per cento. «E i dati non sono stati più aggiornati nonostante le nostre insistenze», precisa D’Angelo che ha più volte scritto al Ministero delle Finanze, all’Agenzia delle Entrate e a quella delle Dogane e dei Monopoli. «Mai arrivate risposte».