«Studenti ubriachi in classe» Allarme droga e abuso di alcol
(Articolo di E.PAS. tratto dal sito http://www.larena.it/stories/Home/1028651_studenti_ubriachi_in_classe_allarme_droga_e_abuso_di_alcol/?refresh_ce#scroll=1589 del 23 gennaio 2015)
La psicologa: «Bottiglie di vodka nello zaino per carburarsi prima dell’interrogazione». Serpelloni: «Lo spinello oggi è una bomba»
È allarme alcol e droga per i ragazzi tra i 15 e i 19 anni. Anche a Verona, dove tra gli studenti si registra un aumento dell’uso in particolare della cannabis. Ma non pensate a spacciatori appostati all’ingresso degli istituti scolastici: oggi il pusher viaggia su internet. E quando non è un messaggio in codice su Facebook a procurare le sostanze, basta uno smartphone per fare l’ordine su uno dei tanti siti web e pagare con carta di credito per avere l’erba consegnata a casa tramite un ignaro corriere.
L’impressione è netta tra gli esperti che con i ragazzi di quell’età hanno a che fare ogni giorno nelle scuole: gli psicologi impegnati nei Cic, Centri di informazione e consulenza, sportelli nati una decina d’anni fa proprio per intercettare precocemente le dipendenze da sostanze stupefacenti.
«Le richieste di aiuto sono in aumento, soltanto da parte dei genitori ne riceviamo una quindicina a settimana», spiega la responsabile, la psicologa Giuliana Guadagnini. Il campionario raccolto dagli operatori nelle scuole superiori veronesi va oltre ogni aspettativa: i festini a base di birra, alcolici e pasticche sono i più scontati, ma non mancano docenti o dirigenti che segnalano «ragazzi che arrivano in classe dopo aver consumato due o tre birre e studenti ubriachi in pieno orario di lezione. Senza contare quelli che portano con sé vodka e Martini nello zaino e si fanno un goccio tra una lezione e l’altra, magari come incoraggiamento prima di un’interrogazione».
E questo solo per parlare di alcol, che i giovani utilizzano spesso come effetto moltiplicatore per le altre sostanze. Il cui uso è, pure, in aumento.
Lo conferma la Student population survey sul consumo di sostanze stupefacenti nella popolazione scolastica, effettuato su un campione di 31mila soggetti tra i 15 e i 19 anni. «In Italia il 76 per cento ha confermato di aver fatto uso almeno una volta di cannabis nell’ultimo anno, mentre il 21 per cento è consumatore di più sostanze», spiega Giovanni Serpelloni, direttore del SerD, l’unità operativa dell’Ulss 20 che si occupa delle dipendenze. «Peccato che proprio la cannabis non sia più la stessa dei tempi di Woodstock, con il 2 per cento di principio attivo. Oggi si arriva a concentrazioni anche del 50, 70 per cento: fumare uno di questi spinelli è come fumarne 30 di una volta», spiega. Tradotto, anche solo un po’ di “fumo” può «provocare, nei soggetti vulnerabili, percorsi evolutivi verso la dipendenza da eroina o cocaina”.
E se il trend italiano dell’uso di queste “droghe maggiori” è in diminuzione, a Verona è invece in aumento. «Lo sappiamo dall’analisi di campioni di acque reflue in 17 centri urbani tra cui il nostro, che risulta tra le città con il più alto tasso nel consumo di sostanze: cannabis, eroina e ketamina, cresciuta del 100 per cento rispetto agli anni precedenti. Insomma, in riva all’Adige non possiamo proprio abbassare la guardia».