Droga, emergenza adolescenti
(Articolo di Letizia Tortello tratto dal sito http://www.lastampa.it/2015/01/07/cronaca/droga-emergenza-adolescenti-bNWA4qUYDI5BwUqMJWxYaO/pagina.html?refresh_ce del 07 gennaio 2015)
Disagio, sballo, voglia di evasione. Una pasticca per provare, trascinati dal gruppo. Un bicchiere dopo l’altro, per sentirsi più forti, disinibiti, meno soli. Sono in crescita i consumi di alcol e droga tra gli adolescenti.
Crescita continua
Una curva che non si arresta: nell’anno appena concluso, i giovani tra i 15 e i 19 anni che hanno fatto uso almeno una volta di sostanze alcoliche o stupefacenti sono aumentati del 2% rispetto al 2013 (1,78% per la precisione). Lo dicono i dati elaborati dal Dipartimento Dipendenze dell’Asl To2, che presentano cifre preoccupanti: 9 mila 800 ragazzi su 35 mila nella fascia d’età 15-19, nel 2014, hanno assunto droga. Il numero tiene insieme tutte le tipologie di consumo, dall’una tantum fino ai casi di uso e abuso frequente.
Uno su quattro
A conti fatti, più di un adolescente torinese su quattro. In 9500 hanno fumato cannabis – il 2% in più di dodici mesi fa –, 730 hanno assunto cocaina, 160 eroina e 440 benzodiazepine, antidepressivi, antidolorifici oppiacei da soli o mescolati con alcol e altre sostanze. Una delle ultime frontiere dello sballo è questa, medicinali sedativi assunti impropriamente, con effetti destabilizzanti su fisico e psiche. Per l’alcol si stima che siano oltre 4 mila gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni che segnalano almeno un episodio di uso problematico o rischioso nel 2014, cioè il 13%. Ma tra una sfilza di numeri allarmanti, qualche buona notizia c’è: «E’ vero, aumenta il numero dei giovanissimi che fanno consumo di cannabis – spiega il dottor Augusto Consoli, direttore del Dipartimento –, rileviamo però un calo nell’uso di coca di circa mezzo punto percentuale, è stabile l’eroina. Preoccupante invece è il fenomeno degli ansiolitici e antidolorifici usati come droga e delle smart drugs acquistate on line, anche se in misura minore che in altri paesi europei». Spesso, è il mix di incoscienza e curiosità a spingere i giovani: «Gli adolescenti fanno un uso sperimentale, esplorativo di queste sostanze. In molti casi, ignorano i gravi effetti collaterali, come dissociazione, problemi cardiovascolari, ipertermia. C’è anche una ricaduta sulle funzioni cognitive. Sostanze come la ketamina, per esempio, creano confusione, amnesie, riducono la consapevolezza di chi la utilizza dei pericoli che sta correndo o può fa correre agli altri». Quando c’è di mezzo l’alcol, poi, le conseguenze sono ben peggiori.
Il calo con l’età
Se si sale nella fascia d’età, 20-34 anni, le cose stanno andando migliorando, per quanto riguarda l’uso e l’abuso di sostanze illegali. «Si registra un trend di riduzione nei consumi nella popolazione più adulta negli ultimi anni – continua Consoli – anche se lieve, gli ultimi dati parlano dell’1,3% in meno. Fortunatamente, molti giovani crescendo riducono o sospendono spontaneamente l’uso». Non è molto, ma da qualche parte si comincia. Antonio Sechi, direttore del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco, mette in allerta: «Droghe e alcol interferiscono sui meccanismi cerebrali, modificano la morfologia dei neuroni», spiega. Solo nel suo pronto soccorso, il 2014 ha portato 68 ricoveri di pazienti che avevano fatto uso di cocaina: «di cui 5 overdose e 18 casi di giovani under 35». C’è, poi, il fenomeno dell’abbuffata di alcolici.
Sfondarsi d’alcol
Si chiama «binge drinking», è il bere a più non posso, anche cinque o sei cocktail nella stessa sera. Il medico descrive le conseguenze: «E’ bene che i ragazzi sappiano che ubriacarsi ripetutamente, a lungo andare, altera non solo i recettori cerebrali, ma può avere un’azione irreversibile sulla memoria a lungo termine». In questo senso, un numero è particolarmente allarmante. Arriva dai controlli effettuati dal Centro Regionale Antidoping e di Tossicologia Bertinaria al San Luigi di Orbassano, che analizza i prelievi biologici (sangue e urina) per la ricerca di abuso di alcol o stupefacenti sui guidatori coinvolti in incidenti stradali: «Su 1000 campioni positivi, il 67% appartiene a persone tra i 18 e i 41 anni – precisa il professor Marco Vincenti, direttore tecnico del Centro – e la metà presenta elevati livelli di alcolemia, molti tra 1,5 e 3 g/l». La trasgressione, in certi casi, può avere un rischio altissimo.