Alcolisti, è un caso la chiusura del reparto
(Articolo di Manuela Trevisani tratto dal sito http://www.larena.it/stories/Home/982837_alcolisti__un_caso_la_chiusura_del_reparto/?refresh_ce#scroll=1621 del 14 dicembre 2014)
Cinque associazioni scrivono a Zaia: «Rischio di gravi disagi» Bonavina rassicura: «I pazienti saranno seguiti lo stesso»
Si respira grande preoccupazione tra le associazioni e le comunità terapeutiche veronesi per il futuro incerto dell’Unità di Alcologia del Dipartimento dipendenze dell’Ulss 20, che opera all’ospedale di Marzana. Un reparto specializzato nella cura e nell’assistenza di persone con gravi problemi legati all’abuso di alcol, in particolare nella fase acuta, a cui viene fornito anche un sostegno psicologico. Dal primo di gennaio l’Unità verrà chiusa, ma i vertici dell’Ulss 20, contattati ieri, rassicurano: i cinque posti letto verranno spostati nel reparto Riabilitazione, ma il servizio rimarrà invariato.
La notizia, mai comunicata ufficialmente, ha avuto l’effetto di una doccia gelata per gli operatori che da anni collaborano con l’équipe di specialisti di Marzana: le cooperative La Genovesa e Ceis, la fondazione Exodus, la Comunità dei giovani e l’Associazione Acat che riunisce i 110 Club alcologici territoriali sparsi in tutta la provincia.
Insieme, queste cinque realtà hanno scritto una lettera questa settimana al governatore della Regione Luca Zaia e ai due assessori alla Sanità Luca Coletto e ai Servizi Sociali Davide Bendinelli per chiedere chiarimenti.
«La chiusura dell’Unità di degenza determinerà un grave disagio per le persone che, particolarmente compromesse sul piano clinico e socio-relazionale, necessitano di un programma terapeutico-riabilitativo in regime di ricovero sia per alcolismo, sia per tossicodipendenza», spiegano i responsabili Luigi Mirandola della Genovesa, Fabio Ferrari del Ceis, Mauro Anselmi della Comunità dei giovani, Roberto Minucci della Fondazione Exodus e Flaviana Conforto di Acat. «La nostra preoccupazione è motivata soprattutto per la sorte dei numerosi pazienti e delle loro famiglie, che sarebbero ulteriormente gravati di sofferenza e disagi nel caso il servizio venisse chiuso».
L’équipe di specialisti, composta da due medici, un assistente sociale e cinque educatori, dal 1983 al 2006 era attiva all’ospedale di Borgo Trento, per poi spostarsi a Marzana. Qui sono attualmente presenti cinque posti letto, dove ogni anno vengono effettuati tra gli 80 e i 100 ricoveri della durata di due-tre settimane. Inoltre, è operativo un ambulatorio, che prende in carico circa 750 persone annualmente e si occupa della cura e del trattamento in fase non acuta.
Un’unità specializzata pubblica, presente altrimenti in Veneto solo ad Auronzo di Cadore, nel Bellunese, oppure privatamente a Negrar e a Padova, la cui chiusura costringerebbe quindi le famiglie a onerosi spostamenti. Dal primo di gennaio sarà effettivamente così, dunque?
La risposta del direttore generale dell’Ulss 20 Maria Giuseppina Bonavina non si fa attendere. «Le schede regionali imponevano che la riabilitazione alcologica venisse rimossa da Marzana: nel parere di congruità dell’Atto aziendale, quei cinque posti letto sono stati inglobati nella Riabilitazione», spiega Bonavina. «Con un protocollo interno è stato stabilito che nei casi di necessità vengano ricoverati in Riabilitazione anche i pazienti con problemi di alcolismo, che continueranno a essere seguiti dalla stessa équipe specializzata». Secondo il direttore generale dell’Ulss 20, dunque, il servizio continuerà a essere fornito in modo regolare, anzi «l’ambulatorio alcologico verrà implementato con spazi maggiori».