Alcol e giovani: quando preoccuparsi
(Articolo tratto dal sito http://www.bimbisaniebelli.it/mamma-e-famiglia/adolescente/11-16-anni/psiche/alcol-e-giovani-quando-preoccuparsi del 03 novembre 2014)
Tra alcol e giovani si è ormai instaurata una vera e propria “relazione pericolosa”. Le sbronze tra teenager sono ormai un fenomeno sociale
Alcol e giovani: un binomio che, a ragione, è diventato preoccupante. Questo perché le sbronze tra i giovani, e persino tra i giovanissimi, sono ormai un fenomeno sociale talmente frequente da generare allarme sia per le conseguenze dell’abuso di alcol sulla salute degli adolescenti sia per i risvolti più o meno violenti dovuti alla perdita di lucidità.
Casi di coma etilico sempre più comuni
Il coma etilico, cioè una conseguenza gravissima dell’abuso di alcol, non è più una condizione rara e infrequente tra i giovani e non riguarda più soltanto i giovani “fuori controllo”. Infatti, anche i “bravi ragazzi” ormai finiscono sempre più spesso in Pronto soccorso con crisi dovute ad abuso di alcol e addirittura in coma etilico. Per non parlare, poi, degli episodi di violenza per procurarsi alcolici se si è minorenni oppure degli incidenti stradali dovuti a ubriachezza. Analizzando il binomio alcol e giovani, non sono rari i casi di morte dovuti in qualche modo all’abuso di alcol. Il ministero della Salute, in proposito, fornisce un dato allarmante: gli under 30 rappresentano ben il 9,1% dell’utenza a carico presso i servizi per la dipendenza da alcol.
Prima sbronza? Già tra gli 11 e i 12 anni
Una pessima notizia per i genitori di pre-adolescenti. Come confermano i medici, la prima sbronza arriva già a 11-12 anni, quindi addirittura durante gli anni della scuola secondaria. Secondo i dati forniti dall’Istat, inoltre, più di 2 ragazzi su 100, di età compresa tra gli 11 e i 24 anni, si sono già presi una sbronza. Espad, progetto europeo di ricerca sul consumo di alcol e droghe tra gli studenti, aggiunge un altro numero a questi dati già allarmanti sul rapporto alcol e giovani: un under 20 su 3, ha partecipato a un “binge drinking”: per chi non lo sapesse, si chiama così una vera e propria abbuffata di alcol in un brevissimo intervallo di tempo, una sorta di sfida o gara a chi riesce a bere di più
Più frequente nel Nord-Italia
A livello geografico e territoriale, pare che i giovani più a rischio alcolismo siano quelli residenti nel Nord Italia. Come informa il Dipartimento politiche antidroga, i potenziali alcolisti sono in numero maggiore maschi. Anche le donne, però, stanno scalando questa triste classifica. Non solo vino, birra o superlacolici: i giovani mischiano di tutto, per poter bere di più e sbronzarsi con più velocità. Quindi, alle feste e nelle uscite, provano mix pericolosi di superalcolici, bevande energetiche e soda. In questo panorama allarmante, primeggia anche l’abuso del “bicchierino”, detto “shot”. Bicchierini da liquore, venduti dai locali a un euro, dunque in pericolosa promozione.
Allarme social network
Ovviamente i vari Facebook, Twitter, Instagram…ci mettono del loro. Infatti, il fenomeno dell’alcolismo viene pubblicizzato e veicolato attraverso tutti i social network. Troviamo addirittura le “nomination”: bevi il più possibile, vieni ripreso con la videocamera dello smartphone e, infine, twittato o postato su bacheche con migliaia di follower.
In breve
L’INFLUSSO DEL NORD EUROPA
Nella classifica dei giovani più a rischio di alcolismo, l’Italia non si piazza ai primi posti (Paesi dell’Est e Scandinavia nella top ten). Siamo comunque di fronte a una vera emergenza sociale perché anche da noi si stanno consolidando, come spiega il ministero della Salute, comportamenti molto frequenti nel Nord Europa. Pericolosi per la salute, sia individuale sia comunitaria.