Droga, alcol e fumo. Giovane se hai due minuti fermati e leggi, potresti salvarti la vita!
(Articolo di Leonardo Damiani tratto dal sito http://www.metropolinotizie.it/archives/4990 del 10 ottobre 2014)
Parlare a voi giovani sembra per lo più inutile, forse. Sarei tentato di scrivervi una lettera, ma no, no a che serve?
La forma epistolare tanto gradita ai poeti, ormai è desueta, paternalistica, direste voi “rompipalle”.
Allora scrivo a voi una non lettera, più pensando a me stesso, forse per lavarmi la coscienza o più semplicemente come presa d’atto di una guerra persa.
I giornali, le tv parlano spesso del consumo di cannabis e sostanze eccitanti da parte di voi giovani. Le statistiche sono chiare: in Italia c’è il record di consumo di cannabis rispetto al resto di Europa. Il proibizionismo, la repressione, i tentativi di informazione hanno fallito: non ci facciamo illusioni in quanto il target siete voi giovani che per vostra stessa natura vi sentite invincibili, intoccabili dalla malattia. Poi passano in tv le immagini delle forze dell’ordine che entrano nelle scuole e sequestrano innumerevoli dosi di cannabis, nelle discoteche dove impazzano le pasticche di sostanze psicoattive che ti fanno sentire bene, forte, senza timori e spavaldo.
Il cosiddetto sballo è l’obiettivo a cui segue sonno, spossatezza, deconcentrazione, rendimento scolastico scarso. Quando vi sento nelle interviste avverto le vostre solitudini, spesso a causa dell’assenza dei genitori che lavorano tutto il giorno e quando tornano non dialogano con voi o, purtroppo, come raccontano le statistiche, a causa delle troppe separazioni.
Ricordo a me stesso e a voi, per i pochi che vogliono saperlo, che la cannabis ha un’azione immunodepressiva con aumento di incidenza dei tumori, nei maschietti al testicolo che si chiama seminoma, oltre che impotenza. Per non parlare della distruzione nel tempo di miliardi di neuroni e quindi precoce perdita delle facoltà intellettive. E poi una moda associata al consumo di droghe, quello di alcool. Moda importata dagli anglosassoni, dai paesi nordici dove si beve, si beve sino a non poterne più. E qui è inutile parlare dei danni noti dell’alcool ma ricordare quelli cerebrali è bene sino alla demenza.
In questa galleria di dipendenze, riemerge il ritorno al tabagismo con il consumo di sigarette tornato a livello degli anni settanta. Anzi è ritornato l’uso del tabacco fai da te avvolto nelle cartine con leccamento dei bordi e uso di carte di pessima qualità. Cancerogeni a go go, danni cerebrali, cardiaci e un’aspettativa e qualità di vita che si riducono nel tempo. Assisteremo non più all’incremento dell’età media della popolazione ma una riduzione notevole, senza se e senza ma, a morti precoci, ad una generazione persa al futuro.Soluzioni? In vista non ce ne sono: la legalizzazione delle droghe leggere? Inutile. Pure l’alcool e il tabacco sono in commercio ma il loro consumo è in aumento. Informazione? Forse . Se ne è fatta a macchia di leopardo ma è una goccia nell’oceano. Riscoperta dei valori? E chi te li indica? I genitori? La parrocchia? Lo stare insieme che è stato sostituito dalle piazze virtuali? Tante analisi sociologiche, tentativi di soluzione vani.
Ci vorrebbe il ritorno alla creatività… alla musica e i suoi geniali autori di quarant’anni fa, alla pittura di Andy Wharol, alla letteratura degli scrittori americani di strada. Grandi artisti artefici di piccoli capolavori musicali che nel tempo non sono mai passati di moda o di opere che connotarono una significativa tappa nella storia dell’arte.
Fu quello degli anni settanta l’epoca dell’impegno politico giovanile, assente ora per lo più per mancanza di ideali. Contestate pure accidenti, ma fate qualcosa! Tutto intorno è economia, guerre di territorio o di religione e speranze di studiare e lavorare sono state sopite da politiche miopi. Avete ragione, tantissima. Sembrate una generazione chiusa in un vicolo cieco e che non merita pistolotti e rimbrotti.
Noi che vi precediamo vi vogliamo bene e non vi scriviamo la solita lettera, la non lettera è un altro modo, come ho detto, di sfogarsi ma è grande, grande, immenso il desiderio di abbracciarvi.
dr. Leonardo Damiani
medico e padre