«Le ragazze bevono il doppio della media»
(Articolo di g.s. tratto dal sito http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2014/10/08/news/le-ragazze-bevono-il-doppio-della-media-1.10082577 del 08 ottobre 2014)
Medico e sociologo lanciano l’allarme anche per le donne: «L’età si abbassa e non si può solo punire»
BELLUNO. Emergenza alcol. Perché a sentire il sociologo Diego Cason l’età media si è abbassata e, rispetto ad altre generazioni, hanno fatto irruzione nel problema anche le ragazze. Gli adolescenti non bevono rosso o grappa, come i loro padri o i nonni, ma preferiscono superalcolici e cocktail : «Il fenomeno è questo e non lo troviamo solo nei centri urbani, ma anche nelle campagne. Sia per i ragazzi che per le ragazze l’uso di alcolici è anche uno strumento di autoaffermazione all’interno della compagnia. A volte, anche una prova di coraggio necessaria, per farsi accettare. Purtroppo, in molte occasioni, di questi ragazzi deve occuparsi il Sert, cioè il Servizio tossicodipendenze. Chiediamoci quanti casi di coma etilico tratta l’ospedale».
Il dottor Paolo Bello del Sert, appunto ha pubblicato una riflessione interessante su Facebook: «La prima reazione di adulto e di papà mi fa pensare: “quando ero giovane io, mi sono state insegnate le buone maniere e il rispetto. I giovani d’oggi invece…”. Poi penso che queste cose le diceva anche Esiodo 2700 anni fa e mi correggo: “niente cambia, tutto normale”. Ma è proprio così? Non credo che lo sia e neanche accettabile assistere, senza esprimersi, a queste forme di degrado della convivenza civile. Dal mio osservatorio, mi pare di individuare un sottile, ma resistente, filo che collega varie forme di degrado sociale ai comportamenti a rischio e questi all’assenza di politiche giovanili organiche. Una certa fragilità in adolescenza appare normale e lo è sempre stata. Ma quando questa fragilità si incontra con altri fattori del contesto sociale, assistiamo ad un aumento dei comportamenti a rischio e di quello che si definisce degrado civile».
I numeri sono inquietanti: «Un aumento vertiginoso delle abbuffate di alcol nel fine settimana; le ragazze fanno binge drinking in misura doppia delle coetanee nel resto del paese e quattro volte le madri; la prima ubriacatura è correlata ad un futuro rapporto problematico con l’alcol se avviene in giovanissima età. Ed è ormai coscienza collettiva che questi comportamenti siano connessi ad altri comportamenti a rischio. Ma tutto questo, cosa ci insegna? Nulla. La risposta più frequente è l’inasprimento delle norme. Ti ubriachi? Ti vieto di comprare alcol. Guidi sotto l’effetto di sostanze? Ti tolgo la patente? Fai festa e alzi la musica? Faccio una nuova ordinanza e ti mando le guardie. Ma è la risposta più incompleta ed inefficace perché è il frutto dell’incapacità di leggere i fenomeni e dare risposta ai bisogni, specie quelli inespressi. Chiedete al Comune quante risorse impegna del bilancio annuale in politiche sui giovani e capirete quanto investiamo per i nostri figli. La media è attorno allo 0,27 per cento. E i ragazzi ci fanno la cacca e la pipì sulla porta, vomitandoci addosso tutti i loro “bisogni”».