Alcol e abuso: una piaga sociale
(Articolo di Loredana Bontempi tratto dal sito http://www.mondoliberonline.it/alcol-e-abuso-una-piaga-sociale/44865/ del 08 ottobre 2014)
Danni diretti e indiretti dell’alcolismo
Due bambini su cento in Europa e uno su cento negli Stati Uniti soffrono di disordini feto-alcolici, ovvero difetti, disturbi dell’apprendimento, problemi comportamentali e malattie mentali causate dal consumo di alcol della loro madre durante la gravidanza. Per tentare di arginare la piaga, la European Fasd Alliance ha lanciato, in venti Paesi tra cui l’Italia, la campagna-shock “Too young to drink”.
Avviata il 9 settembre (9° giorno del 9° mese), alle 9.09 del mattino, l’iniziativa ha diffuso striscioni e manifesti con l’immagine forte di un feto immerso in bevande alcoliche e continua in rete con la diffusione del messaggio, potenziato con l’hashtag #TooYoungToDrink.
L’alcol ingerito dalla madre raggiunge il feto dopo pochi minuti attraverso il sangue: il piccolo organismo non può metabolizzare l’alcol, perché è privo degli enzimi adatti a questa funzione, pertanto i metaboliti si accumulano nel suo sistema nervoso e in altri organi, danneggiandoli. Il consiglio dei professionisti della salute è di astenersi dal bere durante la gravidanza per evitare, con una sicurezza del 100%, che la Sindrome Feto Alcolica si possa manifestare.
In Italia uno studio condotto dal centro di Alcologia del Policlinico Umberto I di Roma, svolto nel Lazio, stima un’incidenza della FAS pari a 1,2 su mille nati vivi, percentuale che sale al 6% quando si prende in considerazione anche le FASD (“spettro dei disordini feto-alcolici”).
Secondo un’analisi dell’Istituto Superiore di Sanità l’esposizione prenatale all’alcol tocca una media del 7,9%, con una variabilità che va dallo 0% di Verona al 29,4% di Roma. Ne consegue che circa 8 neonati su 100 sono esposti all’assunzione di alcol durante la vita uterina.
Nonostante il 60% dei medici italiani sia a conoscenza delle sindromi FAS e FASD e del rischio per il feto derivante dall’esposizione all’alcol durante la vita intrauterina, il 50% dei neonatologi e pediatri italiani hanno ammesso di aver permesso alle donne in gravidanza un bicchiere di vino o di birra durante alcune occasioni.
I bambini affetti da Fas manifestano peculiarità fisiche specifiche, soprattutto della testa e del volto.
Nel viso possiamo individuare: pieghe agli angoli degli occhi, fessure oculari strette, strabismo, naso corto e piatto, labbro superiore sottile e rossastro, solco naso-labiale allungato e piatto, fronte lunga e stretta.
Anche il sistema scheletrico subisce le conseguenze dell’esposizione all’alcol, con un ritardo rilevante nell’età ossea media nei bambini affetti da Fas, che continua negli anni dell’adolescenza (valori inferiori alla media di altezza, peso corporeo e circonferenza cranica). Altra manifestazione clinica associata alla Fas è la presenza di un grado variabile di microcefalia (ridotta circonferenza del cranio): sicura evidenza della presenza di un danno cerebrale. Sono presenti anche malformazioni cardiache, in particolar modo rappresentate dai difetti del setto ventricolare.
Un’alta percentuale di pazienti, esposti a quantità elevate di alcol durante la gestazione, manifesta significativi deficit comportamentali e cognitivi, tra cui: disturbi del sonno e riflesso di suzione ridotto, ritardo dello sviluppo mentale, deficit intellettivo, disturbi dell’attenzione, della memoria e della motricità, iperattività e impulsività, disturbi dell’eloquio e dell’udito.
Occorre sensibilizzare e far conoscere le possibili conseguenze di questa cattiva abitudine dell’uso dell’alcol in gravidanza.
Mentre desta allarme la crescita dell’abuso di sostanze alcoliche fra donne e ragazzi, si evince da un rapporto dell’Istituto australiano per il cancro che il consumo di alcol accresce del 75% la possibilità di sviluppare un tumore. Bastano anche due bicchieri al giorno per aumentare in misura significativa i rischi di tumore al seno, all’intestino, alla gola e alla bocca.
L’abuso di bevande alcoliche mette in luce dati allarmanti: secondo l’OMS colpisce 140 milioni di persone in tutto il mondo. I danni indiretti collegati ai fenomeni di alcolismo riempiono tristemente le cronache quotidiane con stupri, violenze e incidenti automobilistici, mentre l’abuso di alcol è responsabile di disastrose conseguenze dirette sull’organismo, tra cui: cirrosi epatica, malattie cardiovascolari, tumori. Insonnia, irascibilità, ansia, depressione e perdita della memoria sono tra i sintomi più diffusi di patologie provocate dall’alcolismo. Anche la denutrizione e disturbi digestivi (esofagite, gastrite e pancreatite) affliggono l’alcolista che non ha quasi mai fame, essendo l’alcol estremamente calorico,.
In sinergia con il (vizio del) fumo, l’abuso di alcol di frequente provoca malformazioni cardiache, problemi ematologici e tumore del tubo digerente. Altre letali conseguenze sono la cardiopatia alcolica, le alterazioni della sessualità (calo della libido, infertilità e impotenza) e l’osteoporosi (l’etanolo riduce i livelli sierici di calcio ionizzato).
Tra i danni sociali provocati dall’alcol sono l’aumento dell’incidenza di depressione e suicidi.
Non si può ignorare l’allarmante quadro in continuo e deleterio sviluppo: occorre prendere coscienza e arginare i danni correlati al fenomeno dell’abuso di alcol: è emergenza sociale.