Giovani e alcol, attrazione fatale.Troppe sbornie non sono innocenti
(Articolo di Paolo Di Stefano tratto dal sito http://www.corriere.it/salute/pediatria/14_settembre_22/giovani-alcol-attrazione-fatale-troppe-sbornie-non-sono-innocenti-c978a7b2-4245-11e4-8cfb-eb1ef2f383c6.shtml del 22 settembre 2014)
La bevuta viene avvertita dai più (genitori compresi) come un’infrazione meno allarmante di altre: droghe di vario genere, per esempio.
Ci sono alcuni elementi confortanti nell’ultima relazione sull’uso di alcol emanata dal Ministero della Salute. Il più sensibile è che l’Italia è capofila nella percezione del problema: i nostri giovani hanno, rispetto ai coetanei europei tra i 15 e i 24 anni, un’ottima consapevolezza del rischio legato all’uso occasionale di alcol. Il 41% lo considera un pericolo medio-alto, mentre la media continentale si ferma al 26. Un primato da non sottovalutare. Insomma, le buone intenzioni ci sono, ma come si sa di buone intenzioni le vie dell’inferno sono ampiamente lastricate. E infatti, pur rimanendo (ma non di molto) sotto il livello europeo anche nei fatti, il problema purtroppo esiste, se è vero che il 9% degli italiani sotto i trent’anni sono utenti dei servizi per l’alcoldipendenza. Uno su dieci. Mica poco.
Il fatto è che la bevuta nelle sue varie forme, lieve sbornia o sballo da ubriacatura, alcolismo regolare o occasionale (fino al cosiddetto binge drinking), viene avvertita dai più (genitori compresi) come un’infrazione meno allarmante di altre: droghe di vario genere, per esempio. Mentre già per lo spinello le soglie di attenzione sociale e familiare sono altissime, si è disposti a chiudere un occhio per il classico bicchiere in più, quasi si trattasse di un peccato veniale (certo, può esserlo), di una trasgressione che non comporta assuefazione e dipendenza. Uscendo dai confronti con gli altri Paesi e quindi dai dati relativi, sapere che un ragazzo su cinque nell’ultimo mese ha alzato il gomito (tecnicamente binge drinking significa aver consumato in brevissimo tempo almeno sei «porzioni» alcoliche o superalcoliche) è in sé spaventoso.
Poco importa che lo sballo sia avvenuto in discoteca nelle ore piccole (magari procurandosi casse di birra nei supermercati per aggirare i divieti ai minori) o durante un allegro happy hour nei luoghi topici della movida tardo pomeridiana, solo in apparenza più innocente, ma diventata una coazione a ripetere come unica occasione quotidiana per socializzare: aperitivo che di solito non «apre» alla cena. Le vie della normalità alterata dell’adolescenza sono infinite, passano anche attraverso l’alcol, e il controllo dei genitori è un equilibrio delicatissimo tra due eccessi: la timorosa cautela e l’invadenza ansiosa e ansiogena.