#noslot, quando la piaga colpisce le donne: a Chieti uno sportello al femminile
La consigliera di parità della Provincia, Anna Rita Guarracino, annuncia l’istituzione di un servizio di supporto: ormai quasi il 50% dei giocatori è di sesso femminile.
(Articolo di Stefania Ortolano tratto dal sito http://www.chietitoday.it/cronaca/slot-donne-sportello-provincia-chieti-guarracino.html del 18 settembre 2014) L’uso sconsiderato delle slot-machine e la dipendenza dal gioco d’azzardo sono fra le metastasi più diffuse nella nostra società. Fra le iniziative all’interno dei bar, ambulatori della Asl e proposte del Comune, negli ultimi tempi si sta cercando in tutti i modi di prevenire e sensibilizzare il più alto numero di persone. D’altra parte l’Abruzzo nel 2013 è stata la prima regione per numero di giocatori, con la città di Teramo al terzo posto in Italia. Quello che preoccupa di più e che ha spinto la consigliera di parità della Provincia di Chieti, Anna Rita Guarracino ad aderire alla campagna #noslot lanciata dal quotidiano il Centro, è il numero sempre maggiore di donne che si avvicinano al gioco. “In Italia ormai quasi il 50% dei giocatori è di sesso femminile – spiega – e sono circa 450 mila le donne che giocano ogni anno”.
Basta passare davanti a una delle tante macchinette mangia-soldi sparse in città, nei bar e nei centri commerciali per rendersene conto. Sono sempre di più infatti, le donne che trascorrono davanti alle slot gran parte del loro tempo, ipnotizzate. “Madri d famiglia che arrivano al mattino presto, magari appena dopo aver accompagnato i figli a scuola, o che tornano dopo essere andati a riprenderli, assieme a loro. Rispetto agli uomini – sottolinea la consigliera di parità – le donne sono quelle che chiedono meno aiuto: la differenza è di 1 a 5. In molte, non lavorando, per giocare sottraggono i soldi al marito, talvolta anche ai figli stessi. Il senso di colpa quindi è ancora più forte rispetto agli uomini. Inoltre, il fatto di non possedere denaro permette di cadere più facilmente nella trappola del ‘facile guadagno’ ”.
Per questo motivo l’ufficio della consigliera di parità ha individuato una serie di iniziative tra le quali il cominciare a ragionare del problema già all’interno delle scuole, per fare prevenzione; creare una task force con Regione, Provincia, Forze dell’Ordine, Asl e Comuni; istituire uno sportello per aiutare le donne ad affrontare il disagio legato alla ludopatia.
LO SPORTELLO – “In provincia di Chieti è già attivo, tutti i giovedì, uno sportello di ascolto per tutte le problematiche femminili, con particolare riferimento alle discriminazioni sul lavoro – spiega ancora la consigliera Guarracino – si accede per appuntamento al numero 328.8787400. A breve amplieremo questo servizio comunicando date e giorni di apertura: una psicologa sarà a disposizione per aiutare le donne a provare ad uscire dal vortice del gioco d’azzardo”.
All’interno della campagna no-slot, la consigliera di parità provinciale vuole migliorare e ampliare la ricerca in corso sul gioco d’azzardo includendo un’ottica di genere e gratificare allo stesso tempo quei locali che rinunceranno a installare una macchinetta ad esempio, sostituendola con un gioco per bambini.
LE ALTRE INIZIATIVE – Diverse le iniziative già partite a Chieti in tal senso: la Asl un anno fa ha istituito un ambulatorio dedicato al supporto e alla prevenzione delle patologie legate al gioco d’azzardo; nei bar invece, il meet up Teate 5 Stelle assieme ad altre associazioni, un anno fa ha portato la campagna Slot mob per incentivare i bar a mettere da parte le macchinette. Il Comune di Chieti ha anche raccolto l’invito ad apporre un bollino di qualità ai bar che rinunceranno alle slot machine, allo stesso tempo applicherà piccole riduzioni sulla tassa rifiuti agli stessi esercenti.
L’intento dell’Ufficio della Consigliera di Parità provinciale è quindi raccogliere tutte queste forze per combattere il gioco d’azzardo. “Il nostro è un ufficio apartitico – sottolinea Anna Rita Guarracino – siamo pronti a creare una sinergia di forze per dare dei segnali sociali: col nostro intervento vogliamo tutelare soprattutto il mondo femminile e far passare il messaggio che il gioco non è un passatempo, ma un problema”.