Un libro dello psicanalista minalese Carlo Arrigone sul gioco d’azzardo
(Articolo di A.Z. tratto dal sito http://www.alessandrianews.it/societa/un-bel-libro-dello-psicanalista-minalese-carlo-arrigone-sul-gioco-d-azzardo-66984.html del 04 agosto 2014)
E’ il fondatore e direttore della casa di accoglienza casalese intitolata a Santa Teresa
CASALE MONFERRATO – Joseph Huizinga, storico olandese celebre per i suoi studi sulla storia delle civiltà, scriveva nel 1938 “la civiltà umana sorge e si sviluppa nel gioco, come gioco” (Homo Ludens). Marzio Marino e Carlo Arrigone nel loro libro “GAP-Il gioco malato” (Ed. Odon, Milano 2014) si muovono dall’osservazione del pensatore olandese per domandarsi come sia possibile che un’attività così produttiva e naturalmente formativa come quella ludica possa trasformarsi in una trappola che trascina il giocatore in una spirale incontrollabile, portandolo a perdere non solo i suoi averi materiali, ma anche gli affetti più stretti. Il legame che ha Carlo Arrigone, psicanalista milanese, con la città onferrina, è duplice. Da un lato la tematica del gioco d’azzardo è stata, ed è, al centro del dibattito sociale e politico in Casale (l’amministrzione di Giorgio Demezzi aveva firmato il Manifesto dei 100 sindaci contro il gioco d’azzardo, quarto comuna in Piemonte e quella di Titti Palazzetti non da meno nel contrato al fenomeno) dall’altro Arrigone è direttore e fondatore della casa di accoglienza Santa Teresa, in via Negri.
È il tema del Gioco Patologico, quello che viene approfondito e analizzato dagli autori, un disturbo psicologico pervasivo che vede soggetti cadere in situazioni patologiche incontrollate, fenomeno così vasto da aver condotto l’ex ministro della salute Balduzzi a inserirlo nei Livelli essenziali d’assistenza (LEA) del sistema sanitario italiano. “La patologia”, scrivono gli autori, “è stata riconosciuta solo agli inizi del secolo scorso… ed è solo nel 1980, con la sua introduzione nel DSM-III, che è stato coniato il termine Gioco d’azzardo patologico”. Una vita relativamente recente, quindi, per una patologia che proprio negli ultimi anni sta esprimendo livelli preoccupanti di diffusione, connettendo problematiche comportamentali, familiari, psicologiche e, addirittura, giudiziarie.
Prendendo in esame la letteratura scientifica esistente, a partire da Freud (con una disanima del suo saggio su Dostoevskij e il parricidio) per arrivare a Rosenthal, Ladoucer, Henslin, Lasieur, il volume prende in considerazione le maggiori teorie psicodinamiche, cognitivo/comportamentali, biologiche e si presenta con uno stimolante approccio multidisciplinare (la cui necessità è imposta “dalla complessità del funzionamento psicologico umano, che è risultato della complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e ambientali”), presentando sia fenomenologia che epidemiologia del gioco patologico, ma anche offrendo definizioni psicologiche e biologiche (dove si analizzano i funzionamenti, ma anche le predisposizioni genetiche) e sociali dell’argomento.
Parte centrale dell’approccio al GAP, particolarmente complessa, è il processo diagnostico, perché nulla è più difficile dell’ammissione autonoma della dipendenza patologica dal gambling, in quanto “non sono rari i casi in cui sia i familiari che il diretto interessato, minimizzino o evitino il problema per sottrarsi alle difficoltà del percorso terapeutico… infatti il giocatore patologico prima di arrivare a riconoscere le sue difficoltà e chiedere aiuto, deve arrivare ad atti estremi, come atti criminali volti a racimolare soldi, o sperpero estremo di denaro. Il capitolo finale del volume, dedicato ai trattamenti, seleziona e presenta le più convincenti esperienze terapeutiche in ambito psicodinamico, comportamentale (dove le tecniche utilizzate sono sostanzialmente tre: terapia dell’avversione, desensibilizzazione e counseling), cognitivo e farmacologico (ssri, antagonisti degli oppiodi e stabilizzatori dell’umore), analizzando anche i risultati dell’esperienza dei Gamblers Anonymous.
Il volume, curato dallo psicoanalista Luigi Campagner, è tra i primi in Italia a offrire una completa disamina specialistica dell’argomento (comprendendo anche un capitolo dedicato alla normativa vigente in Italia) e si presenta come testo essenziale per chi si occupa di nuove dipendenze, di disturbi di personalità, di riabilitazione, di nuovi fenomeni di disagio sociale e professionale, ma anche per chi approfondisce i temi connessi alle nuove forme di criminalità.