Da ragazzini già bevono alcol La prevenzione inizia a scuola – Tremenda day
(Articolo di Valeria Zanetti tratto dal sito www.larena.it del 31 maggio 2014)
I volontari dell’Associazione di azione sociale hanno contattato 580 iscritti alle scuole medie Dati preoccupanti emersi dai bigliettini anonimi
Bigliettini anonimi per raccogliere confidenze sull’abitudine di riempire il bicchiere di birra, vino o liquore quando ancora si frequenta la scuola dell’obbligo. E un aperitivo a base di succo di frutta e bibite soft a dimostrare che si può stare insieme facendo a meno dell’alcool. I volontari dell’associazione Anas Veneto (associazione nazionale di azione sociale), con sede regionale a Verona e basi operative a Vigasio, Mozzecane, Bonavigo hanno incontrato da marzo ai primi di maggio 580 studenti delle scuole medie e del biennio delle superiori di Vigasio, Povegliano, Fagnano di Trevenzuolo, Sona, Veronella e Villafranca per far passare un messaggio semplice: bere fa male, soprattutto sotto i 16 anni quando ancora il fisico non metabolizza gli alcolici. «Invece dai nostri incontri è emerso che alcuni ragazzini anche di 11-12 anni approcciano birra e vino con una certa regolarità», racconta Carla De Zordo, responsabile del progetto. «Non troppo piccoli per parlare di alcool», che ha portato Anas negli istituti veronesi. «Abbiamo strutturato gli incontri in due momenti: il primo in cui presentavamo l’iniziativa e illustravamo i contenuti scientifici predisposti dal dottor Gian Paolo Brunetto, responsabile della Medicina delle dipendenze e alcoologia dell’Ulss 20 di Marzana». In un secondo momento, invece, intervenivano i volontari delle associazioni di alcolisti anonimi che raccontavano esperienze personali. «Infine distribuivamo bigliettini anonimi ai quali gli adolescenti hanno affidato il loro vissuto», prosegue De Zordo. «C’è chi ha parlato del consumo di alcool in famiglia e delle conseguenze su fratelli o genitori, chi non credeva che l’alcool facesse male, chi ha ammesso di bere in modo sistematico. Anche gli insegnanti sono rimasti spiazzati dalle testimonianze». Infine, la chiusura conviviale con l’aperitivo analcolico. «Il progetto è stato subito inserito tra le attività educative da sviluppare», spiega Annalisa Tiberio, responsabile del settore Interventi educativi dell’Ufficio scolastico territoriale della provincia, che all’auditorium di Villafranca ha presentato il bilancio dell’attività nel corso di un incontro pubblico al quale hanno partecipato come relatori Francesco Bitto, presidente regionale Anas, Enrico Buttitta, procuratore militare della Repubblica, Gian Paolo Brunetto, Giovanni Mazzi, della fondazione Centri Giovanili «Don Mazzi», Gilberto Ferraro, psicologo esperto di bullismo e disagio scolastico, Stefano Poli, avvocato penalista veronese. «Non troppo piccoli per parlare di alcool» tornerà ad essere proposto nelle scuole anche da settembre. «È un progetto utile perché la prima causa di morte tra i giovani sono gli incidenti alcol correlati e perché anche il consumo di droga generalmente è accompagnato o preceduto da altre dipendenze come quella da alcool», evidenzia Buttitta. «Nelle nostre comunità arrivano giovanissimi di 16-17 anni, con dipendenze da alcool, spinelli, tabacco. Usano le sostanze per auto medicarsi da traumi, dolori, fallimenti, che non hanno condiviso con nessuno. Ma anche per sentirsi importanti oppure senza ragione, solo per il gusto di bere e fumare, quindi per capriccio», conclude Mazzi, educatore nelle comunità Exodus. «Stiamo lavorando per rafforzare anche sul territorio scaligero i centri giovanili, che devono diventare punti di riferimento per sport, musica teatro e volontariato dei giovanissimi. L’appuntamento con Villafranca è il 27 settembre con il Tremenda Day (il riferimento è alla “tremenda voglia di vivere” slogan della manifestazione, ndr) in programma al castello, appendice dell’evento che si è già svolto il 3 maggio in molte piazze italiane», conclude.