Spinelli e alcol «amici» degli adolescenti
(Articolo di P.COL tratto dal sito www.larena.it del 29 maggio 2014)
A 14 anni la prima “fumata” di eroina. Gomma: «La campagna per la liberalizzazione crea nei giovani molta curiosità»
Spinello e alcol. A leggere i numeri delle statistiche (sanitarie e sociologiche) sono i migliori amici degli adolescenti. Dei bambini, verrebbe da dire, se è vero che il primo incontro ravvicinato con l’eroina (fumata, non per via endovenosa) avviene verso i 14 anni e prima di “farsi una canna”, come si legge nell’indagine Espad-Italia 2013 dell’istituto di Fisiologia clinica del Cnr (Centro nazionale ricerche) di Pisa, che ogni anno fotografa l’atteggiamento degli studenti italiani nei confronti delle droghe.
Numeri bugiardi? «Purtroppo no», afferma il dottor Maurizio Gomma, dirigente del Dipartimento delle dipendenze dell’Ulss 20 di via Germania, «dopo anni in cui in Italia il consumo di droghe si è mantenuto su livelli stabili, nel 2013 c’è stata un’impennata, di cannabis in particolare. E si abbassa l’età media della prima esperienza».
Riportiamo i numeri dell’indagine Espad-Italia, la più recente in materia. «I giovani che l’hanno fumata almeno una volta sono 3 su 10; il consumo nel 2013 è stato ammesso dal 25% degli interpellati. La gran parte dei giovani la fuma occasionalmente; il 61% più di 10 volte l’anno, mentre il 27% la consuma più di 20 volte l’anno». E il pericolo non è dato solo dalla cannabis: «Il 62% fuma sigarette, l’11% beve sostanze alcoliche quasi tutti i giorni e il 14% utilizza psicofarmaci senza la ricetta».
I nipoti come i “figli dei fiori”, allora? Il dottor Gomma ha elaborato una sua teoria. «Il dibattito sull’uso terapeutico dei cannabinoidi», argomenta, «sta fuorviando i ragazzi, come ho avuto modo di realizzare negli incontri di prevenzione che teniamo nelle scuole. Non si rendono conto che una cosa è somministrare, su prescrizione medica, un farmaco con cannabinoidi a un malato terminale per governare il dolore e un’altra usare la marijuana a scopo ricreativo. Dovremo lavorare molto e bene su questo fronte, se vogliamo migliorare la comunicazione con i giovani e educarli. La campagna antiproibizionista, da questo punto di vista, per me sta creando nei giovani molta curiosità nei confronti della marijuana: più se ne parla in termini di liberalizzazione, più i giovani la cercano».
La circostanza che già a 14-15 anni molti studenti cerchino la prima esperienza con la droga impone un cambio di strategia nella prevenzione. «Lo stiamo già facendo», ammette il dottor Gomma, «il messaggio va tarato a seconda del target, in base all’età e risulta fondamentale coinvolgere i genitori e gli educatori. Abbiamo anticipato per questo motivo gli incontri nelle scuole: non solo alle superiori, ma alle medie, per lanciare in tempo i messaggi sui corretti stili di vita. Non si può dire che la cannabis fa male a chi l’ha già provata e non riscontra in se stesso alcun cambiamento. E dobbiamo soprattutto parlare con i genitori, aiutarli a comprendere e leggere i primi segnali».
«Come medici che si occupano di tossicodipendenze», conclude il dottor Gomma, «siamo fortemente preoccupati. Non tanto per quello che dobbiamo comunicare ai ragazzi, ma per quello che circola. In internet in prima battuta. La ketamina, ad esempio, nel web è facilmente reperibile. Viene usata come droga da sballo: fumata o inalata da effetti euforizzanti e allucinatori, molti adolescenti la preferiscono all’ecstasy».
Numeri bugiardi? «Purtroppo no», afferma il dottor Maurizio Gomma, dirigente del Dipartimento delle dipendenze dell’Ulss 20 di via Germania, «dopo anni in cui in Italia il consumo di droghe si è mantenuto su livelli stabili, nel 2013 c’è stata un’impennata, di cannabis in particolare. E si abbassa l’età media della prima esperienza».
Riportiamo i numeri dell’indagine Espad-Italia, la più recente in materia. «I giovani che l’hanno fumata almeno una volta sono 3 su 10; il consumo nel 2013 è stato ammesso dal 25% degli interpellati. La gran parte dei giovani la fuma occasionalmente; il 61% più di 10 volte l’anno, mentre il 27% la consuma più di 20 volte l’anno». E il pericolo non è dato solo dalla cannabis: «Il 62% fuma sigarette, l’11% beve sostanze alcoliche quasi tutti i giorni e il 14% utilizza psicofarmaci senza la ricetta».
I nipoti come i “figli dei fiori”, allora? Il dottor Gomma ha elaborato una sua teoria. «Il dibattito sull’uso terapeutico dei cannabinoidi», argomenta, «sta fuorviando i ragazzi, come ho avuto modo di realizzare negli incontri di prevenzione che teniamo nelle scuole. Non si rendono conto che una cosa è somministrare, su prescrizione medica, un farmaco con cannabinoidi a un malato terminale per governare il dolore e un’altra usare la marijuana a scopo ricreativo. Dovremo lavorare molto e bene su questo fronte, se vogliamo migliorare la comunicazione con i giovani e educarli. La campagna antiproibizionista, da questo punto di vista, per me sta creando nei giovani molta curiosità nei confronti della marijuana: più se ne parla in termini di liberalizzazione, più i giovani la cercano».
La circostanza che già a 14-15 anni molti studenti cerchino la prima esperienza con la droga impone un cambio di strategia nella prevenzione. «Lo stiamo già facendo», ammette il dottor Gomma, «il messaggio va tarato a seconda del target, in base all’età e risulta fondamentale coinvolgere i genitori e gli educatori. Abbiamo anticipato per questo motivo gli incontri nelle scuole: non solo alle superiori, ma alle medie, per lanciare in tempo i messaggi sui corretti stili di vita. Non si può dire che la cannabis fa male a chi l’ha già provata e non riscontra in se stesso alcun cambiamento. E dobbiamo soprattutto parlare con i genitori, aiutarli a comprendere e leggere i primi segnali».
«Come medici che si occupano di tossicodipendenze», conclude il dottor Gomma, «siamo fortemente preoccupati. Non tanto per quello che dobbiamo comunicare ai ragazzi, ma per quello che circola. In internet in prima battuta. La ketamina, ad esempio, nel web è facilmente reperibile. Viene usata come droga da sballo: fumata o inalata da effetti euforizzanti e allucinatori, molti adolescenti la preferiscono all’ecstasy».