Adolescenti a rischio alcol, è emergenza
(Articolo di Alessandra Zanardi tratto dal sito http://www.ilgiorno.it/sudmilano/cronaca/2014/04/27/1057797-giovani-alcol.shtml del 27 aprile 2014)
«Adolescenti a rischio alcol? Mettiamo in ogni Comune uno sportello contro le dipendenze». L’appello arriva dall’associazione Alcolisti in Trattamento (Acat), che fra le sedi di Lodi, Paullo e San Colombano al Lambro assiste 60 persone attraverso il dialogo e la terapia di gruppo.
Paullo (Milano), 27 aprile 2014 – «Adolescenti a rischio alcol? Mettiamo in ogni Comune uno sportello contro le dipendenze». L’appello arriva dall’associazione Alcolisti in Trattamento (Acat), che fra le sedi di Lodi, Paullo e San Colombano al Lambro assiste 60 persone attraverso il dialogo e la terapia di gruppo. L’ente, con quasi 25 anni di attività, opera sul territorio con 10 volontari.
Gli esperti assicurano che, anche a livello locale, l’età del primo approccio alla bottiglia si sta abbassando. Inoltre, è deleteria l’ultima moda lanciata attraverso i social network, che minaccia di fare proseliti anche tra gli adolescenti. Si chiama neknomination: consiste nello scolarsi d’un fiato una bevanda alcolica e nel nominare via Internet un emulo, chiamato a fare altrettanto. «Molti ragazzi hanno il primo contatto con l’alcol già alle scuole medie, durante festini e ritrovi. Per alcuni è solo l’inizio — conferma Loredana Castoldi, presidente di Acat —. È una situazione potenzialmente pericolosa, che può essere amplificata dal web e dalle mode del momento».
«In questa situazione esplosiva – prosegue l’esperta – le ragazze non vogliono essere da meno rispetto ai maschi, col risultato che sono in aumento le donne a rischio dipendenza».
Da anni Acat aiuta gli alcolisti e i loro famigliari a uscire dal tunnel attraverso la comunicazione e la condivisione delle esperienze. L’associazione si batte anche per una maggiore sensibilizzazione delle nuove generazioni al tema dell’alcolismo.
«Ancora manca una cultura della prevenzione — dichiara Loredana Castoldi —, l’alcolismo viene taciuto perché si teme possa ledere l’immagine sociale di una persona, o una famiglia. Così, in molti si rivolgono a enti come il nostro quando ormai il danno è fatto. Serve un cambio di mentalità, oltre a sportelli informativi in ogni Comune». Fra chi bussa alle porte di Acat ci sono anche genitori, timorosi che i figli adolescenti possano aver preso una cattiva strada. «Le famiglie devono vigilare — conclude la presidente —. Attenzione ai comportamenti anomali, come gli sbalzi d’umore, che possono rappresentare dei campanelli di allarme».