Alcol, droga, gioco: Italia al top in Europa
(Articolo pubblicato il da Luca Zecca tratto dal sito http://www.passionetecno.com/2014/03/30/alcol-droga-gioco-italia-al-top-europa-2730 )
LA RICERCA ROMA Droga, alcol, fumo, gioco, internet: l’Italia è tra i primi cinque paesi in Europa per malattie da dipendenza. Un esercito di uomini e donne, in crescita i giovanissimi, che fanno girare la loro vita intorno ad un bicchiere di vino, una sniffata di coca, una giocata al bar o una puntata on line. Fiumi di denaro persi, salute psichica e fisica da aggiustare, lavori che si trovano e si perdono, affetti che si sciolgono. Un record di cui non vantarsi questo. Gli psichiatri che analizzano i dati dicono che è colpa della generalizzata solitudine, gli epidemiologi guardano indietro e vedono il perché in una mancata politica di prevenzione. Per giovani ed adulti. «Esistono molte forme di dipendenza – commenta Luigi Janiri professore di psichiatria all’Università Cattolica e membro della Società italiana di psicoanalisi – e la loro ricaduta sociale è elevatissima. Al primo posto c’è l’alcol, in Europa e anche da noi. Un fenomeno in crescita, soprattutto tra i giovani che sono vittime anche di poliabuso. Frequente il mix alcol e droga».
LA CURA Un mix che può dirsi ancora più complesso e difficile da curare (e da vivere) quando si presenta anche il gioco d’azzardo patologico. Almeno duecentomila, negli ultimi dodici mesi, si sarebbero rivolti ai centri medici di aiuto. Sette italiani su centro, tra i 15 e i 64 anni, hanno provato ad assumere cocaina una volta nella vita, circa il 2%, secondo questa indagine dell’Unione europea, ammette di averne consumato nel corso dell’ultimo anno. «Siamo al primo posto per uso di cannabis – aggiunge Janiri – nell’ultimo anno». E ancora. Quasi un incidente al giorno da noi si deve a guida contromano. Nel 2013 un aumento del 3,69% (dati Associazione sostenitori ed Amici della polizia stradale) con 21 morti. «Nei 309 episodi è stata accertata l’ebbrezza da alcol o l’uso di stupefacenti in 63 conducenti – si legge nella relazione dell’Osservatorio Asaps – coinvolti pari al 20,4%». La preoccupazione per la dipendenza da alcol registrati anche dall’ultima relazione del ministero della Salute ha spinto cinque società scientifiche (Società italiana di alcologia, Società italiana di psichiatria, Società italiana di psichiatria delle dipendenze, Federazione italiana degli operatori delle dipendenze e Società italiana delle tossicodipendenze) a dare vita ad una campagna di comunicazione e a creare un sito (http://www.unfinalemigliore.it) che mette a disposizione consulenza gratuita di medici specialisti. Da noi solo 6 alcoldipendenti su cento riescono a liberarsi con l’aiuto del servizio sanitario. Al Gemelli è stata da poco messa a punto una terapia “soft”, farmacologica e psicologica per combattere l’alcolismo. «Molti, purtroppo, si vergognano della loro condizione, perché negano, perché non si rendono conto di essere dei malati» – fa sapere Emanuele Scafato che guida la Società italiana di alcologia. I GRUPPI Chi bussa ai gruppi di auto-aiuto è sempre più giovane. Anche quelli che hanno appena compiuto 22 anni. «Ci arrivano dopo stagioni, anche se poco più che adolescenti in cui si sono trascinati da un pub all’altro, in cui la droga è diventata buona alleata di una cassetta di birre».