Pensione e slot machine, boom del gioco tra gli Over 65
(Articolo di Claudia Sala tratto dal sito http://www.lettera43.it/fatti/pensione-e-slot-machine-boom-del-gioco-tra-gli-over-65_43675118557.htm del 27 dicembre 2013)
In Italia ci sono 8,4 milioni di anziani vittime di ludopatia. Bruciati 5,5 mld all’anno nell’azzardo. Soffrono figli e nipoti.
© ImagoEconomica) In Italia sono 1,7 milioni i giocatori Over 65 che spendono 5,5 miliardi alle slot machine.
Saranno le luci. Sarà il suono meccanico. Sarà l’adrenalina del rischio. Le slot machine sono come le sirene di Ulisse: ammaliano con la promessa di risolvere ogni problema, salvo poi svelare che nel gioco d’azzardo vince sempre il banco. A parte qualche eccezione, non c’è bar che non si sia dotato delle famose ‘macchinette’. Con un boom di Over 65 impegnati a giocare: sono 1,7 milioni i giocatori in età da pensione. SPESI 5,5 MLD ALL’ANNO. A svelare i numeri della ludopatia tra gli anziani è stato il recente dossier Il gioco non ha età di Fipac-Confesercenti (la Federazione italiana pensionati nel commercio, secondo cui gli Over 65 giocano 5,5 miliardi di euro all’anno: significa circa 3 mila euro a testa in 12 mesi e poco meno di 300 euro al mese. Che diventano oltre 400 se si tratta di un anziano affetto da ludopatia (circa 100 euro è la spesa mensile per chi non è malato). IL 44% CON MENO DI 1.000 EURO. Cifre impressionanti se si considera che, stando agli ultimi dati diffusi dall’Inps disponibili relativi al 2011, il 44% (circa 7,3 milioni di persone), riceve dallo Stato un assegno inferiore ai 1.000 euro lordi al mese, mentre il 38% (circa 6 milioni di pensionati) ottiene un vitalizio fino a 2 mila euro. I numeri peggiorano al Sud: nel Mezzogiorno oltre la metà di chi ha lasciato il lavoro ottiene meno di 1.000 euro. E qui il 25% degli assegni è di tipo assistenziale (pensioni di invalidità, sociali e di guerra). OVER 65: IL 76% GIOCA. Per provare a risollevare le proprie finanze, secondo una ricerca della Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati, realizzata in collaborazione con l’istituto Ipsos, il 76% Over 65 (8,4 milioni di persone), gioca alle slot machine. Eppure la strategia non pare funzionare, perché un pensionato su due continua a faticare ad arrivare alla fine del mese e il 46,2% si ritrova costretto a rimandare i pagamenti. IL DRAMMA DI PERDERE TUTTO. «Ho iniziato perché sono sola e mi sono ritrovata, per caso, a provare a giocare alle slot machine», racconta a Lettera43.it Paola, 74 anni e vedova. Vive con la pensione minima e per sei anni ha vissuto la ludopatia. «Ho giocato finché mi sono ridotta a chiedere soldi perché non arrivavo alla fine del mese», prosegue. E aggiunge: «La cosa più umiliante è che la mancanza di soldi mi ha spinto anche a rubare il cibo nel supermercato».
In Italia 350 mila slot machine: il gioco d’azzardo vale 70 miliardi di euro
© ImagoEconomica) In Italia il gioco d’azzardo vale 70 miliardi di euro.
In Italia esistono circa 250 sale bingo e circa 58 mila tabaccherie dove si può giocare con 350 mila slot machine. Secondo la più recente stima del Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo le slot machine rappresentano il 55,6% del mercato del gioco. Si tratta di un business da 70 miliardi di euro che nel 2012 è cresciuto tra il 13% ed il 14% rispetto al 2011 e fanno dell’azienda gioco una delle più importanti per il volume d’affari. COMBATTERE LA SOLITUDINE. Le slot machine, però, non servono solo per provare a risollevare le finanze degli Over 65 preoccupati per il proprio futuro. Gli anziani giocano soprattutto per solitudine. Ma pure perché sono insoddisfatti della vita. A spiegarlo è la psicologa e psicoterapeuta Serena Valorzi, esperta in prevenzione, formazione e trattamento delle new addictions. CHI HA MENO SPENDE DI PIÙ. «Le persone anziane», racconta l’esperta, «sono particolarmente a rischio di sviluppo di dipendenza perché, a meno che non abbiano delle passioni e degli affetti forti, sono esposti alla solitudine e alla tristezza ed hanno molto tempo libero». Anche l’adrenalina connessa alla giocata incentiva gli anziani (ma non solo loro) a continuare. Così si instaura un meccanismo perverso: meno soldi si possiedono e più si spende nel gioco. UN AIUTO PER GUARIRE. Ma non tutto è perduto. C’è sempre un modo per uscire dalla ludopatia. «Bisogna farsi aiutare da chi è specializzato nel settore», continua Valorzi, «rivolgersi ai gruppi di aiuto o a psicoterapeuti (meglio se cognitivo-comportamentale) e far sentire gli anziani meno soli». Per esempio Fipac-Confesercenti propone sia una rete di sostegno (sportelli d’ascolto con esperti) sia sgravi fiscali o incentivi per gli esercenti che decidono di non istallare le slot machine.
In Italia il 29,9% della popolazione è a rischio povertà (Eurostat)
© ImagoEconomica) Nel nostro Paese il 29,9% della popolazione è a rischio povertà.
Il dramma della ludopatia degli Over 65 si riflette anche sulle famiglie. I dati Eurostat – l’Istituto statistico dell’Unione europea – relativi al 2012 riferiscono che in Italia il 29,9% della popolazione rischia di diventare povero (numeri non troppo distanti dalla Grecia dove si arriva al 34,6%). LE FAMIGLIE IN CRISI. Secondo l’Istat, inoltre, è aumentata la quota di persone in famiglie severamente deprivate (14,5%): il 50,8% non si può permettere durante l’anno una settimana di ferie lontano da casa, il 21,2% non è in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione, il 42,5% non riesce a sostenere spese impreviste di 800 euro e il 16,8% non può permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni. CROLLA IL POTERE D’ACQUISTO. Inoltre, nel bilancio sociale Inps 2012 si legge che il potere d’acquisto delle famiglie tra il 2008 e il 2012 è crollato del 9,4% (tra il 2011 e il 2012 il calo è stato del 4,9%). Il reddito disponibile perso è stato in media dell’1,8%. Per non parlare poi del dramma del lavoro: nel nostro Paese la disoccupazione è del 12,5% (per dicembre 2013 le stime indicano il 12,6%), che significa circa 3 milioni di persone senza impiego. IL SOSTEGNO DEI NONNI. In questo scenario, il supporto di chi ha una pensione sicura diventa fondamentale. Secondo l’Istat gli anziani contribuiscono ogni anno con circa 4 miliardi di euro dalle loro pensioni per sostenere figli e nipoti. Senza considerare che il 55% delle donne che lavorano affidano ai figli ai genitori o ai suoceri. L’Istituto di statistica ha stimato che, considerando una tariffa di 7 euro all’ora per il servizio di baby sitting, questo ‘lavoro’ non retribuito può valere circa 24 miliardi di euro. GLI AIUTI A FIGLI E NIPOTI. «Al pomeriggio mi prendo cura dei miei nipotini, faccio a turno con le altre nonne, vado a prenderli all’asilo e poi andiamo nel parco, giochiamo insieme quando è bel tempo», racconta Giuliana, 62 anni, due figli e tre nipoti. Dopo una vita trascorsa come parrucchiera, è andata in pensione da poco, ma incassa il vitalizio minimo. Grazie alla pensione del marito riesce ad aiutare economicamente i figli. E confessa: «Molte mie coetanee sono nella mia situazione».
Venerdì, 27 Dicembre 2013