Gioco e troppi debiti affossano le famiglie.
(Articolo di Manuela Trevisano tratto dal sito www.larena.it del 01 dicembre 2013)
Le associazioni consumatori: «In dieci mesi 200 richieste di aiuto Gli interventi più frequenti sono per sospendere i mutui e i prestiti»
Tomba e Serpelloni MARCHIORI
Gioco d’azzardo, sovraindebitamento e usura: piaghe sociali dilaganti in quest’epoca di crisi, spesso correlate tra loro e difficili da combattere senza un’adeguata dose di informazione. Lo sanno bene le associazioni di consumatori Adiconsum, Adoc, Lega Consumatori e Movimento Consumatori, che hanno dato avvio al progetto «Facciamo i conti!», in cui rientrava il convegno organizzato ieri nella sede della Banca Popolare, moderato dal caporedattore de L’Arena Maurizio Battista. «Nei primi dieci mesi del 2013 sono state 200 le persone che si sono rivolte alle nostre associazioni per chiedere aiuto, informazioni e tutele», ha raccontato Davide Cecchinato, segretario di Adiconsum. «Gli interventi più frequenti riguardano le richieste di sospensione delle rate del mutuo o dei finanziamenti (42 per cento), di chiusura a saldo e stralcio, la verifica delle referenze creditizie, la mancata copertura assicurativa». Dopo i saluti del presidente del Consiglio Comunale Luca Zanotto e del presidente della Camera di Commercio Alessandro Bianchi, la parola è andata a Renzo Giacomelli, a capo della Fondazione antiusura Tovini. «È importante richiamare l’attenzione sull’uso responsabile del denaro, perché negli ultimi tempi la pubblicità martellante, che spinge a fare acquisti non necessari, ha portato molte famiglie a indebitarsi», ha spiegato Giacomelli, da anni impegnato nel fornire garanzie alle banche, affinché concedano finanziamenti ai cittadini. «Finora i nostri 32 centri di ascolto si sono occupati di 1.750 casi, arrivando ad effettuare 500 operazioni di assistenza e facilitando l’erogazione di 5,1 milioni di euro». Ma l’aspetto forse ancor più preoccupante, a livello sociale, è quello legato alla ludopatia. «Questo tema è molto complesso e ha varie implicazioni», ha esordito Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento Politiche Antidroga del Consiglio dei Ministri. «Da un lato, ci sono seimila aziende che vivono del business legato al gioco d’azzardo e che esercitano pressioni forti sulla politica; dall’altro c’è la salute delle persone dipendenti, le cui cure costano dai 3 ai 5 mila euro all’anno, oltre a una perdita di 20-30-80 mila euro procapite a seconda dei casi». Stabilire il numero di giocatori patologici è impossibile: la stima varia dai 300 mila a 1,3 milioni di persone in Italia. Ma come si è arrivati a questo punto? Secondo Adriano Tomba, segretario generale della Fondazione Cattolica Assicurazioni, si è verificato un corto circuito nella società, che ha portato alla perdita di valori. «In passato vi era una relazione virtuosa tra principi e risultati, mentre oggi il risultato viene prima di tutto», ha affermato Tomba. «Oggi siamo di fronte alla sfida del riorientamento culturale: dobbiamo recuperare il senso di ciò che facciamo, inserendolo in un progetto di vita». Un aiuto per evitare di cadere nei tranelli della ludopatia e dell’usura potrebbe arrivare dall’educazione finanziaria, come ha riferito Mauro Tosi, responsabile della Funzione conformità servizi bancari del Banco Popolare: «In Italia non c’è una strategia unitaria nel diffondere la cultura finanziaria, eppure proprio in momenti di crisi come quella attuale sarebbe importante per le famiglie possedere quell’insieme di competenze che permettono di prendere decisioni informate e di ridurre i rischi».