Gioco d’azzardo, banchiere confessa: «Rubato soldi in ufficio per le macchinette»
(Articolo tratto dal sito http://www.ilmessaggero.it del 15 novembre 2013)
PERUGIA – Storie drammatiche. Che parlano di come il mondo possa crollarti addosso quando sei schiavo del gioco d’azzardo, quando ne sei dipendente al pari di un tossicodipendente o di un alcolista. Storie scioccanti, come quella di un banchiere: «Ho preso soldi in ufficio per giocare alle macchinette».
La confessione choc arriva direttamente dai centri Asl dell’Umbria, dagli operatori delle Asl di Perugia, Foligno e Terni (Claudia Covino, Cinzia Borgonovo, Antonella Lucantoni, Mara Giglioni, Luciano Bondi e Sara Biscontini) riuniti a Palazzo Cesaroni durante un’audizione della Commissione d’inchiesta su criminalità organizzata e tossicodipendenze del Consiglio regionale, presieduta da Paolo Brutti, che ha toccato il delicatissimo tema della Ludopatia.
Il dipendente della banca in questione, racconta un operatore Asl, arrivato al fondo della propria disperazione ha iniziato «a rubare i soldi in ufficio, i soldi dei clienti, per poter continuare a giocare e riuscire a ripianare le immense perdite economiche che ho accumulato». Una situazione diventata drammatica, insostenibile, che ha coinvolto inevitabilmente tutta la famiglia. «In questo caso, come in tanti altri – raccontano ancora gli operatori delle Asl del Perugino, Folignate e Ternano – specie quando sono coinvolti gli uomini, le mogli prendono decisioni drastiche ma necessarie per salvaguardare la sicurezza dei figli e per continuare a dargli un tetto sotto cui vivere».