Ricerca: ‘Rihanna e Katy Perry promuovono l’alcolismo giovanile’
(Articolot tratto dal sito http://www.rockol.it/news-540463/rihanna-alcolismo-giovanile )
Una nuova ricerca proverebbe il nesso tra la musica pop e la diffusione dell’alcolismo tra i minorenni. Il lavoro, del quale si è occupato la John Moores University di Liverpool, è stato presentato – forse non a caso – dal “Daily Star” che è il tabloid più scandalistico del Regno Unito. I ricercatori, additando ad esempio (negativo) Rihanna e Katy Perry, avrebbero scoperto che un quinto dei testi delle canzoni cita gli alcolici lasciando intendere che bere è sinonimo di divertimento. E la tendenza ad alzare il gomito sarebbe aumentata, passando dall’8% del 2001 al 18.5% del 2011. Il team, che ha preso in considerazione canzoni entrate in classifica negli anni 1981, 1991, 2001 e 2011, sottolinea ad esempio questi due testi. In “Last Friday night” la cantante Katy Perry, con il passaggio “There’s a stranger in my bed, there’s a pounding in my head”, farebbe capire che il sesso è associato ad un eccesso etilico (la testa che batte, come dopo una bevuta). E, in “What’s my name?”, Rihanna, con il passaggio “good weed, white wine”, presenterebbe in buona luce il vino. “Il bere è associato alla fiducia in se stessi”, ha affermato la ricercatrice Katie Hardcastle, “e all’attrazione fisica ma anche alla ricchezza, al successo e al sesso”. La ricercatrice ha aggiunto che le canzoni analizzate non parlano quasi mai del rischio degli eccessi alcolici.
La Liverpool John Moores University è stata fondata nel 1992 e ospita circa 24.000 studenti.