Risparmi sull’allievo disabile L’Ulss taglia sei ore di sostegno
(Articolo di Francesco Bommartini tratto dal sito www.arena-it )
Verona, 01 ottobre 2013
VILLAFRANCA. Denunciata una discriminazione per la nuova organizzazione mirata a spendere il meno possibile
Il ragazzo ha 16 anni, frequenta l’istituto «Anti» e ora il sabato non potrà più andare a lezione La madre: «Grande ingiustizia»
Ore di sostegno tagliate a un ragazzo disabile residente a Dossobuono che frequenta il Carlo Anti. Lo denuncia Stefania, madre di un giovanissimo affetto da distonia primaria da 11 anni. Lo studente 16enne non riesce a coordinare i movimenti e ha bisogno di assistenza continuativa. «Gli hanno tolto 6 ore di scuola», spiega la signora, «ufficialmente si tratta di una necessità dettata dalla situazione economica. Sta di fatto che ne fa le spese mio figlio. Si parla tanto di diritto allo studio, ma noi siamo costretti a rinunciare a mandarlo a scuola il sabato perché non c’è la possibilità di avere assistenza». Il figlio frequenta il secondo anno del liceo artistico. Solitamente sta a scuola dalle 8 alle 12,40. La mamma aggiunge: «Viene accompagnato a scuola con il pulmino della Piccola Fraternità e riaccomapagnato a casa dagli assistenti che operano all’istituto Carlo Anti. La mia paura è che in futuro taglino ancora altre ore. Non ho mai avuto di questi problemi. Ma a mio figlio devo garantire un suo futuro. E questa ingiustizia non posso proprio permetterla». Nicola Pezzetti, insegnante di sostegno di Fabio dallo scorso anno, sottolinea: «Il taglio importante, di quattro ore, è stato perpetrato dall’Ulss ai danni dell’assistente personale. Io, invece, sono pagato dal ministero. Ma sono passato dal fare un’ora di 50 minuti a una di 60 minuti. Così facendo, sul totale settimanale, ho perso due ore». Poi aggiunge: «Può succedere che ci siano dei tagli. Ma non nei soggetti così gravi. Il mio studente non è autonomo e non ha la carrozzina elettrica. Questa sarebbe l’ultima cosa che andrebbe tagliata». Poi l’insegnante entra nei particolari dei vari servizi da assicurare: «Quando lui arriva ci dev’essere una persona che lo accompagni in classe. Alla ricreazione ha bisogno di qualcuno che gli dia da mangiare e poi che lo porti a casa. Lavoriamo in classe l’ottanta per cento delle ore. Il ragazzo usufruisce di un computer acquistato dalla scuola e di una stampante personale. Lavora come gli altri, magari su argomenti un po’ ridotti. Se deve disegnare, devo sostenere il suo braccio, avvicinarlo, cambiare colore, acqua. In palestra lo faccio lavorare sul tappeto. E, mezz’ora al giorno, cammina aiutandosi con un girello». Pezzetti tiene molto alla formazione dello studente. Lo si capisce dal suo tono di voce e dalle spiegazioni che fornisce sulla particolarità del caso. «A settembre mi hanno detto che avrebbe avuto meno ore a disposizione. Lui però ha bisogno di stare con gli altri. È pigro, anche se accetta ben volentieri quel che si fa. E a scuola si diverte. L’anno scorso ho fatto un’ora in più ogni settimana senza voler essere pagato. L’ho fatto volentieri, con passione. Ma quattro ore di volontariato ogni settimana sono troppe da sostenere». Se la situazione rimarrà questa, il ragazzo, nonostante a casa sia amorevolmente coccolato dalla mamma, dal papà e dalla nonna, dovrà passare due giorni e mezzo lontano da scuola, dallo studio che gli deve essere assicurato e dai suoi compagni di classe: tutto il weekend, sabato compreso, per l’appunto. Aspettando il lunedì con l’entusiasmo di chi, nonostante dalla vita abbia avuto meno di altri ragazzi, riesce a gioire per le ore trascorse all’istituto Carlo Anti. Almeno finché qualcuno non penserà di togliergli anche quelle che gli sono rimaste.