Azzardo, sì alla moratoria «Ma è inapplicabile»
05.09.2013
Anche Papa Francesco si schiera al fianco del movimento no-slot e scrive al settimanale «Vita». (Vedi altro articolo già pubblicato). Tutto ciò nella giornata in cui il deputato veronese Alberto Giorgetti, sottosegretario all’Economia, minaccia la rinuncia dopo l’approvazione a sorpresa della moratoria su nuove concessioni chiesta dalla Lega: «Conflitto con i diritti dei gestori».
Alcune macchinette per il videopoker
VERONA. «L’idea di scrivere a papa Francesco era nata ascoltando il suo reiterato invito, rivolto soprattutto ai giovani, a “non perdere la speranza”. È un invito al quale ci siamo anche noi aggrappati, quando ci sentivamo più soli, come movimento “No-slot”, perchè occupandoci da tanto tempo del gioco d’azzardo patologico, ci occupiamo in fondo proprio di un ladrocinio di speranza, quotidiano e pernicioso». Così, Riccardo Bonacina, presidente e direttore del settimanale del non profit italiano «Vita», racconta alla Radio Vaticana com’è nata la partecipazione di una rappresentanza del movimento «No-slot», contro il gioco d’azzardo, ieri all’udienza generale del Papa.
«Dopo la nostra lettera, abbiamo ricevuto dalla Segreteria di Stato vaticana una risposta in cui il Papa ci “incoraggia a proseguire nell’importante opera educativa, specialmente in favore dei giovani” e si afferma che Francesco “ha fatto e farà ancora riferimento al problema evocato”. Siamo stati poi ammessi a partecipare all’udienza – spiega Bonacina – e abbiamo potuto regalare al Pontefice un numero unico della nostra rivista che raccoglie 15 mesi di lavoro giornalistico sul gioco d’azzardo di massa».
«Nel milanese ci sono aree dove il 19% per cento dei ragazzi di 12 -13 anni, giocano alle slot-machine. E nel 10% delle famiglie c’è un giocatore d’azzardo», spiega lo psicologo Simone Feder dell’osservatorio sulla «ludopatia» del movimento «No-slot». «È un allarme sociale che sempre più spesso porta sul lastrico le famiglie meno abbienti – aggiunge – e che va costantemente monitorato anche perchè crea disastri affettivi incalcolabili. I figli dei giocatori, in particolare, lasciano testimonianze che fanno venire la pelle d’oca, di fronte alle quali non si può stare senza far niente».
«Anche il Governo e la politica debbono compiere un cambio di prospettiva», spiega sempre a Radio Vaticana Lorenzo Basso, deputato che coordina l’intergruppo parlamentare contro l’azzardo. «Va culturalmente cambiato l’approccio dello Stato che da vero e proprio ’biscazzierè deve trasformarsi in uno Stato che non proibisce ma disincentiva il gioco d’azzardo, lo condanna socialmente e crea un meccanismo che lo faccia tornare ad essere un gioco vero, senza azzardo». «La proposta di legge che sosteniamo vuole dare ai sindaci il potere autorizzativo per l’apertura delle sale slot e stabilire il divieto di pubblicità per far sì che lo Stato si affianchi all’associazionismo e scoraggi l’azzardo e non lo incentivi per avere delle risorse con la tassazione».
GIORGETTI. Il governo è stato battuto in aula al Senato nella votazione di una mozione della Lega Nord che vieta per un anno l’apertura di nuovi centri per i giochi d’azzardo elettronico on line e nei luoghi aperti al pubblico. Il sottosegretario Giorgetti ha già annunciato che rimetterà la delega ai giochi; decisione comunque ritirata in serata.Almeno stando al comunicato ministeriale: «Il Ministro dell’economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni, nel condividere le valutazioni espresse dal Sottosegretario rispetto alla votazione avvenuta al Senato, ha confermato la sua piena fiducia nell’operato dell’On.le Giorgetti, ricevendone la disponibilità a proseguire nell’incarico».
La mozione della Lega Nord è stata votata ad ampia maggioranza. Il sottosegretario all’economia Alberto Giorgetti, ha detto ai giornalisti che il documento in questione «presenta aspetti di conflitto con i diritti dei gestori che già si sono aggiudicati la concessione e il problema del mancato gettito per sei miliardi di euro». Giorgetti ha motivato la sua decisione anche con il fatto che senatori del Pdl, il suo partito, hanno votato il documento del Carroccio.
Approvato anche un ordine del giorno unitario (eccetto Lega e M5S) che impegna comunque a «prevedere una moratoria per le nuove autorizzazioni in attesa della riorganizzazione e pianificazione dell’intero sistema»Felice Casson, senatore del Pd ha spiegato che «tutto è avvenuto in un momento di grande confusione in Aula. In pratica si è trattato di un errore di votazione».
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(Articolo tratto dal sito www.l’arena.it )