Cos’è l’alcol.
L’alcol è una sostanza tossica, cancerogena e con una capacità di indurre dipendenza superiore alle sostanze o droghe illegali più conosciute. Inoltre, al contrario di quanto si ritiene comunemente, l’alcol non è un nutriente (come ad esempio lo sono le proteine, i carboidrati o i grassi alimentari).
I consumi medi di alcol in Italia sono progressivamente calati nel corso degli anni ed attualmente sono pari a circa 8 litri di alcol puro pro capite all’anno, anche se il primo bicchiere viene consumato a 11-12 anni, l’età più bassa nell’Unione Europea (media UE 14 anni e mezzo).
Sulla base dei dati ISTAT il 68% degli italiani di età superiore a 11 anni consuma alcol (l’81% dei maschi, il 56% delle donne) e sono quasi 5 milioni i bevitori a rischio nel 2006 ed 1 milione le persone e le famiglie che hanno sviluppato problemi legati al consumo di alcol. Le persone che invece non consumano bevande alcoliche sono in costante diminuzione e rappresentano il 32% della popolazione di oltre 11 anni.
Le bevande alcoliche sono tutte quelle che contengono alcol e la differenza fra di esse è semplicemente legata alla diversa concentrazione di alcol. (vedi tabella nell’articolo “Il tuo bere e la tua salute”)
Io e l’alcol.
Ogni persona ha ovviamente nei confronti del consumo di alcol una sua posizione:
- gli astemi sono coloro che non hanno mai bevuto alcol;
- gli astinenti coloro che, per motivi diversi, hanno smesso di bere;
- i bevitori “moderati” sono sempre difficili da definire anche ricorrendo a criteri di quantità e di frequenza d’uso (per la maggioranza delle persone è sempre moderato il proprio bere…);
- i bevitori “problematici”, ai quali il bere inizia a creare numerosi problemi a vari livelli: fisici, relazionali o sociali;
- le persone, che hanno un legame con l’alcol che li rende dipendenti e che procura loro danni fisici e/o problemi psichici e/o sociali.
Le distinzioni tra queste “categorie” col passare degli anni appaiono sempre più difficili da definire: E si comincia a parlare di persone e famiglie o di comunità con problemi legati all’uso di alcol.
Quanto bere.
Anche se molti lo pensano… non è un problema di quantità. Infatti da almeno 40 anni a questa parte le cosiddette quantità “consentite” sono continuamente diminuite. Fino a scomparire.
Del resto anche le piccole quantità, o quelle occasionali, possono essere un fattore a rischio, creare problemi (nella guida e nel lavoro ecc.) E’ comunque facile aumentare progressivamente le dosi (quasi) senza accorgersene.
E’ il fenomeno della tolleranza: per ottenere gli stessi effetti bisogna aumentare le quantità assunte.
L’alcol è una droga.
L’alcol, come ogni sostanza psicoattiva, modifica il funzionamento del nostro cervello e perciò la nostra percezione della realtà. Produce di solito sensazioni soggettive di euforia, anche se in realtà è un sedativo del sistema nervoso centrale, (es. rallenta i nostri riflessi).
La sua assunzione protratta nel tempo induce tolleranza e può provocare dipendenza. L’alcol determina inoltre elevati livelli di pericolosità individuale, familiare, sociale.
Per questi motivi l’alcol è una droga; e così dice infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Gli effetti dell’alcol.
Gli effetti dell’alcol dipendono soprattutto dalla sua concentrazione nel sangue (l’alcolemia che si esprime in grammi per litro).
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da 0,5 a 1,0 : euforia
- da 1,0 a 1,5 : ebbrezza
- da 1,5 a 2,0 : ubriachezza
- da 2,0 a 3,0 : ubriachezza grave
- da 3,0 a 4,0 : coma
- da 4,0 in su : rischio di morte
In Italia il nuovo codice della strada vieta di mettersi alla guida con una alcolemia pari o superiore a 0,5 g/l. Per i conducenti di età inferiore ai 21 anni, per i neo-patentati e per chi esercita professionalmente l’attività di trasporto di persone o di cose è previsto il limite di 0,0 g/l.
Le pene variano a seconda del livello di alcolemia accertato e prevedono la sospensione e la revoca della patente, e il pagamento di un’ammenda pecuniaria, l’arresto e la confisca del veicolo. In caso di incidente stradale le pene vengono raddoppiate.
Ricordiamo che con 2 bicchieri di vino, 2 lattine di birra o 2 bicchierini di superalcolico si raggiunge il livello di alcolemia di 0,5 g/l.
Non dimentichiamo però che l’alcol rallenta sempre i riflessi e quindi bastano anche quantità inferiori per esporre gli altri e noi stessi a gravi rischi. L’alcol è infatti la causa di circa la metà dei decessi e rappresenta la prima causa di morte per i giovani e gli uomini al di sotto dei 40 anni e del 50% delle conseguenze non fatali.
L’alcol nella storia.
Ogni tempo e ogni cultura hanno sempre avuto le proprie droghe, legali o illegali che fossero. L’uomo ha sempre usato varie sostanze per modificare la propria percezione del mondo.
L Organizzazione Sociale ne ha proibite alcune e ne ha accettate altre.
L’alcol, nella cultura mediterranea, è sempre stato una droga molto speciale, ampiamente diffusa e accettata, e se finora è stato considerato come alimento, oggi non è più accettabile.
Perchè bere allora?
Sicuramente perchè così fan tutti, perchè lo abbiamo sempre fatto, perchè non bere ci fa sentire diversi e naturalmente perchè piace…
I luoghi comuni.
Si dice, ma non è vero, che l’alcol dà calore, dà forza, fa buon sangue e tante altre cose ancora. Ma forse, soprattutto oggi, l’alcol viene pensato come uno stimolante ed infatti soprattutto nella popolazione più giovane esso viene utilizzato sempre più per sballare.
Tutti questi (falsi) luoghi comuni si sono affermati perchè l’alcol è sempre stato un compagno molto particolare nella vita dell’uomo, un “amico” che pare darci solo successo e benessere.
E’ quello che la pubblicità delle bevande alcoliche ci ricorda tutti i giorni.
E’ quella che chiamiamo “cultura del bere” ed è il risultato di abitudini, di luoghi comuni, di automatismi. In realtà bere o non bere dovrebbe essere una scelta, libera e consapevole.
I problemi alcolcorrelati.
Nelle nostre comunità i problemi alcolcorrelati sono una delle principali cause di sofferenze di danno fisico, psichico, sociale.
I problemi alcolcorrelati sono quei tutti problemi, di vario ordine e natura, causati e legati al consumo episodico o abituale di bevande alcoliche.
In particolare:
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problemi fisici e psichici per la tossicità diretta (ipertensione, cirrosi, ictus, pancreatiti, tumori, malformazioni, depressione e suicidi)
- problemi relazionali per le alterazioni che creano nei rapporti interpersonali e soprattutto nelle famiglie
- problemi sociali per i danni ed i costi nell’ambito del lavoro (infortuni), per i costi in quello dell’assistenza sanitaria e sociale ed in svariati ambiti della vita di una comunità.
L’alcol costa.
I costi che la comunità paga per i problemi alcolcorrelati sono elevatissimi. Ogni anno sono legati al bere:
- il 10% dei ricoveri ospedalieri
- il 10% circa di tutte le malattie: in particolare l’alcol ha una responsabilità in almeno sessanta malattie ed in alcune malformazioni alla nascita ed inoltre nel 47% degli omicidi ed altre lesioni intenzionali e nel 37% dei suicidi
- il 10% circa dei tumori compreso il tumore al seno, più di 25.000 decessi, è la stima relativa all’anno 2004 indica che i costi complessivi sostenuti dall’Italia in relazione al consumo di alcol sono pari a circa 47 miliardi di euro, cifra ampiamente superiore agli introiti legati al settore della produzione e commercializzazione della sostanza.
E poi ci sono i costi umani che sono certo i più drammatici.
Tutti i rapporti interpersonali subiscono delle alterazioni e soprattutto in famiglia si dialoga meno, ci si chiude in se stessi, si diventa irritabili, irascibili a volte violenti. Quante lacrime!!!
Chi sono le persone con problemi alcolcorrelati.
Ci si chiede spesso chi sono i bevitori problematici o le persone, e le famiglie con problemi alcolcorrelati.
Qualcuno dice i deboli, qualcuno i depressi, altri gli sfortunati o peggio ancora i viziosi. La realtà non è così semplice.
Non esiste “il bevitore problematico” o “la persona o la famiglia con problemi alcolcorrelati”.
Esistono le persone e le famiglie che hanno problemi alcolcorrelati, ciascuna con una storia diversa e che diventano tali passando per molte strade. Solo la partenza è uguale per tutti: cominciare a bere.
Tutte le persone che hanno problemi alcolcorrelati sono state per lungo periodo bevitori “moderati”. Il passaggio da un bere cosiddetto moderato ad un bere problematico avviene in tempi anche molto lunghi e comunque non è possibile prevederlo o attribuirlo a particolari categorie di persone.
Bere è un comportamento a rischio.
Per tutto quello che abbiamo detto è bene sapere che bere è un comportamento a rischio.
Il rischio aumenta con la quantità di alcol assunta, in rapporto alle situazioni e ad altre variabili che possono essere diverse per ciascuna persona. Quello che abbiamo imparato è che non esiste più un bere “buono” e sicuro ed uno “cattivo” e pericoloso.
L’alcol in quanto tale è una sostanza tossica, bere è comunque un comportamento a rischio per la qualità della vita e i problemi alcolcorrelati sono direttamente proporzionali ai consumi: quindi la prima cosa da fare è ridurre i consumi della comunità.
Per questo motivo da più di 20 anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) d’intesa con i Paesi membri, tra cui l’Italia, indica di ridurre i consumi di alcol.
Tanto più caleranno i consumi medi di tutta la popolazione, tanto più caleranno i problemi alcolcorrelati.
Quando non bere?
Ben venga quindi ridurre i consumi, ma ricordiamoci però che ci sono situazioni in cui il consumare bevande alcoliche è assolutamente sconsigliato.
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nell’infanzia, nell’adolescenza e negli ambienti frequentati da giovani (il nostro Codice Penale proibisce la somministrazione di bevande alcoliche a chi ha meno di 16 anni). Nelle provincie di Trento e Bolzano il limite è stato elevato a !8 anni.
- durante la guida
- nei luoghi di lavoro
- durante la gravidanza e l’allattamento
- per le persone che abbiano avuto problemi alcolcorrelati
ed inoltre in tutte le persone con malattie croniche o che stiano assumendo farmaci.
Cosa fare?
Cosa fare in pratica “per il problema alcol”? Che cosa fare nelle nostre comunità?
L’obiettivo principale è garantire a tutti, cominciando dai bambini e dagli adolescenti, una vita protetta dagli effetti dannosi dell’alcol. Per raggiungere questo obiettivo occorre garantire anzitutto la massima informazione corretta e imparziale.
Occorre cambiare la cultura sanitaria e generale, comprendere e fare proprio il concetto del bere come comportamento a rischio, divenire consapevoli della necessità di fare una scelta individuale e responsabile.
Io, l’alcol e la salute.
Tutelare e proteggere la nostra salute e quella della nostra famiglia è insieme un diritto e un dovere.
Per fare questo, per poter scegliere stili di vita e comportamenti sani dobbiamo essere informati e perciò consapevoli. La consapevolezza può spingerci al cambiamento e il cambiamento è necessario per ridurre i nostri comportamenti a rischio.
L’augurio e di mettere in discussione il nostro rapporto con l’alcol per migliorare la nostra salute!
Le possibilità non sono molte: potremo decidere di non bere oppure di bere, ma in questo caso dovremo di certo chiederci come, quando e perchè lo faremo.
Naturalmente per chi ha già problemi la scelta è una sola: smettere di bere!!!
* Vedi anche: “Carta Europea sull’alcol dell’OMS” in altro articolo pubblicato.
(Articolo tratto dall’opuscolo n° 3 “Alcol: Conoscerti per scegliere” dell’Apcat-Trentino www.apcattrentino-centrostudi.it )