30/05/2013 | Notizia
Cresce numero degli adolescenti che consumano alcool. Italia: ancora indietro per la cura della dipendenza
La metà degli adolescenti dichiara di consumare alcool durante il corso dell’anno, secondo alcuni dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità Nazionale il 43,8% dei ragazzi e il 35,3% delle ragazze. Il dato preoccupante è che il 14,4% dei maschi e il 5,6% delle femmine ha dichiarato di aver bevuto più di sei consumazioni alcoliche in una singola occasione e a breve distanza di tempo, un comportamento noto come “consumo compulsivo di alcool” (in inglese: binge drinking). Ben 1,4 milioni di adolescenti di sesso maschile e 950 mila di sesso femminile possono avere anche problemi provocati dall’alcool, quando sono alla guida. Il fatto che i dati si riferiscano al 2011 non li rende meno preoccupanti, perché non è prevedibile un successivo miglioramento.
Lo studio Passi (acronimo di Progetto delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), condotto dal 2010 al 2012, è consistito in un sistema di sorveglianza avviato nelle Aziende Sanitarie per verificare i bisogni di salute percepiti dal cittadino. Secondo dati raccolti dallo studio Passi, in media in Italia, l’11% degli intervistati ha riferito di avere guidato in stato di ebbrezza. Si passa dall‘11,1% della Basilicata al 12,7% del Friuli Venezia-Giulia. Il 34,7% degli intervistati, invece, è stato fermato e sottoposto a controllo dalle forze dell’ordine, mentre l’11% ha dovuto sottoporsi alla prova dell’etilometro (uno strumento utilizzato per verificare la presenza di alcool nel sangue). Anche in questo caso i dati variano molto da Nord a Sud: il 14,1% dei fermati vive a Trento, mentre solo il 6,9% risiede in Sicilia.
Si parla dei rischi relativi a consumo di alcool e guida in una nuova campagna informativa indetta dal Ministero della Salute: La vita è una anche se bevi. La novità di questa campagna, rispetto alle altre, è un’applicazione per gli smartphone, Adrenalina pura, che calcola gli effetti sul proprio corpo dell’alcool che si è bevuto: basta inserire peso, età e altezza e il numero di bevande che si sono assunte. Quest’applicazione è un modo per “far conoscere meglio gli effetti dell’alcool con una competizione divertente che può contribuire a generare una risposta positiva”.
Un altro dei problemi relativi al consumo dell’alcool è l’inadeguata infomazione. Secondo l’indagine europea Amphora (Alcohol Measures for Public Health Researched Alliance: l’alleanza per la ricerca di misure nella salute pubblica per combattere l’alcolismo) nel nostro Paese c’è l’urgenza di una formazione medica relativa alle conseguenze del consumo di alcool sull’organismo. Una ricerca realizzata in collaborazione con la Snamid (Società Nazionale di Aggiornamento per il Medico di Medicina Generale), la Società Italiana di Alcologia ha dimostrato che molti medici hanno poca dimestichezza e non hanno ricevuto un’adeguata formazione durante il corso di laurea o dopo o attraverso corsi ECM (Educazione Continua in Medicina, un sistema di aggiornamento per chi esercita la professione medica) per quanto riguarda le patologie e le problematiche determinate dal consumo di alcool (abbreviato in: PPAC). Solo il 31,9% dichiara di saper utilizzare i protocolli di diagnosi in uso in tutti gli altri Paesi. Mentre per quanto riguarda l’intervento breve (spesso caratterizzato da un semplice colloquio in cui si dicono consigli o si individua lo stato in cui il paziente si trova e la sua eventuale disponibilità al cambiamento), solo il 37,5% dichiara di conoscere i protocolli di diagnosi e di cura delle malattie alcool-correlate.
Chiara Laganà
Fonte: ISS